Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli è un ospedale di rilevanza nazionale. Oltre da essere un istituto di cura, si occupa anche di didattica e ricerca. La formazione che erogano coinvolge medici, professionisti sanitari ma anche economisti, tramite l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha sede proprio nel Campus del Policlinico.
Abbiamo parlato del modello formativo della Fondazione con Barbara Pizzuco, Coordinatrice della Formazione.
Il Policlinico Gemelli: numeri da grande azienda
Tecnicamente, ci racconta Pizzuco, il Policlinico può essere considerato alla stregua di una grande azienda, in quanto si avvale di oltre 6.000 collaboratori. Se si contano anche coloro che fruiscono la formazione che il Gemelli propone, tra specializzandi, studenti e tirocinanti si arriva a oltre 11.000 fruitori.
Questi numeri sono importanti perché aiutano a definire il contesto entro cui opera il Training in un settore come quello ospedaliero. La collaborazione con Skilla è iniziata proprio per fare in modo che si evolvesse la percezione della formazione e della digitalizzazione: i fruitori dei corsi sono personale medico talvolta altamente specializzato, per cui c’è la necessità che i percorsi proposti siano percepiti come utili anche da chi ha un certo grado di conoscenza tecnica.
Un esempio concreto è Teams: prima dell’emergenza sanitaria lo utilizzavano gli amministrativi; ora anche medici e infermieri riescono a sfruttare al massimo questo strumento.
Ripensare la formazione per rispondere all’emergenza
Con l’arrivo del Covid, a differenza di altre aziende, il settore ospedaliero non si è fermato ma, al contrario, ha dovuto accelerare e ripensare i flussi e i processi interni, dunque anche di formazione e allocazione delle risorse.
La situazione emergenziale causata della pandemia ha costretto a ragionare sui ruoli all’interno dell’organizzazione: non si è trattato solo di formare alcuni professionisti, ma anche di trasformare i vecchi ruoli alla luce dell’emergenza sanitaria.
Anche il personale amministrativo ospedaliero, non strettamente in prima linea nella lotta al covid, ha vissuto un cambiamento rispetto alla abituale organizzazione del lavoro. Proprio per loro, ci racconta Barbara Pizzuco, sono stati pensati dei percorsi di upskilling e reskilling. Le competenze digitali, infatti – dalla conoscenza dei principali programmi Office allo sviluppo di un digital mindset strutturato – dovevano necessariamente essere sviluppate in tempi stretti.
Questo è stato possibile, continua Pizzuco, proprio grazie al catalogo Skilla, da cui il Policlinico ha pescato i titoli più adatti a completare questo progetto di cambiamento di culturale e di approccio al training.
Corsi e tool Skilla a supporto della digitalizzazione
Circa 1.000 persone hanno fruito di un percorso di cui le pillole Skilla sono state tra le protagoniste; oltre ai corsi già pronti, anche le Skilla Cards si sono rivelate uno strumento prezioso. Tramite questo tool il Gemelli ha potuto realizzare percorsi ad hoc basati sui contenuti e sulle tematiche che volevano far fruire. Le Cards permettono anche l’installazione in piattaforma e il conseguente tracciamento del pacchetto SCORM.
Oltre alla formazione sulle competenze digitali, è stata inserita anche formazione linguistica, che ha sicuramente arricchito i vari percorsi proposti. Tra questi, alcuni erano più semplici, di 22 ore, mentre altri, più articolati e complessi, arrivavano fino a 98 ore di formazione. In generale questi corsi sono stati completati in 3 mesi e mezzo, da circa il 93% delle persone coinvolte.
Il risultato è stato frutto di un grande impegno della Direzione Risorse Umane e Formazione, ma anche dei manager che sono stati coinvolti e hanno appoggiato a pieno il progetto, sostenendo le RU inizialmente, e continuando in seguito a monitorarne i risultati.
L’importanza del tema dell’ingaggio
Il tema dell’ingaggio è sempre stato un tema importante per la Fondazione: Barbara Pizzuco racconta che qualche anno fa, sempre con Skilla, il Gemelli ha partecipato a un laboratorio in cui diverse aziende romane si sono confrontate proprio sulla tematica dell’ingaggio e della comunicazione interna.
La prima volta che il catalogo Skilla è stato attivato al personale del Policlinico, c’è stata una fase in cui la partecipazione continuava a risultare mediocre, nonostante la differenziazione dei titoli proposti. La lezione imparata da quell’esperienza condivisa è stata quella di cominciare a strutturare dei percorsi verticalizzati, pensati per singoli ruoli del sistema e delle diverse job family interne. I risultati in termini di ingaggio sono arrivati subito.
Criticità e nuove soluzioni
La criticità più grande mai incontrata, continua a raccontare Pizzuco, è che l’eLearning, anche se utilizzato dal 2012, resta uno scoglio per la parte del personale che non ha ancora familiarizzato con i processi di digitalizzazione.
Anche il mero seguire le attività formative con gli smartphone non è stato semplice per tutti: in questo caso non bastava insegnare nuovi contenuti, ma dovevamo insegnare ad apprendere in senso ampio, tramite nuovi strumenti. Per risolvere questa problematica si è scelto, dunque, di fare in modo che le risorse che avevano difficoltà fossero affiancate da alcuni tutor.
Questi ultimi hanno fatto in modo che si percepisse l’utilità sia dei percorsi formativi proposti, sia del fatto che questi fossero svolti in digitale. Il risultato? Proprio coloro che erano in difficoltà all’inizio sono state le persone che hanno concluso per prime i percorsi.
Pensare strategicamente a come far fruire i percorsi tanto quanto il continuare a fornire nuovo materiale con cui formarsi, conclude Barbara Pizzuco, ha sì aiutato le RU a comprendere le difficoltà delle persone, ma ha avuto come risultato anche il far sentire una maggiore presenza dell’ufficio HR. Le Risorse Umane non sono più concepite come la funziona aziendale che ti chiede di firmare documenti su documenti, ma anche un ufficio che si cura davvero del tuo percorso e della tua formazione, dunque del tuo futuro.