3G, 4G…ed ora il 5G o addirittura il 6G!
Che cos’è il 6G?
Il 6G è la sesta generazione di tecnologia legata alla telefonia mobile e al traffico dati, l’evoluzione del 5G che andrà a sostituire le tecnologie precedenti. Una nuova generazione su cui sono basate enormi aspettative e su cui c’è grande attenzione. Gli interessi in gioco sono molti e le questioni geopolitiche sicuramente hanno e avranno un peso: lo scontro principale riguarda chi riuscirà per primo a definire uno standard, potendone poi vantare e far valere la proprietà intellettuale.
Quali sono le caratteristiche del 6G?
Le caratteristiche principali del 6G che già conosciamo riguardano velocità e tempi di latenza. Il 6G dovrebbe arrivare ad una velocità di download di 1 Tbps e a una latenza 1/10 di millisecondo (permetterebbe, ad esempio, di scaricare 142 ore di film in 1 secondo!). Per comprendere l’evoluzione a cui porterà, basta considerare che il 5G permette una velocità di download di 10 Gbps e una latenza sotto 1 millisecondo.
Inoltre, nella tecnologia 6G, avrà un ruolo dominante l’Intelligenza Artificiale, che permetterà di ottimizzare la distribuzione del carico sulle reti dati. Parliamo dell’enorme mole di dati che deriverà da smartphone, tablet, wearable devices ma non solo. Avremo infatti sempre più traffico e connessioni anche da parte di droni, IoT, industria 4.0 e da molti altri ambiti come quello sanitario, bancario, ecc.
Il 6G, dunque, non rappresenta solo un aggiornamento migliorativo della tecnologia, ma una vera e propria rivoluzione.
Perché parlare di 6G se il 5G non è del tutto realtà?
Anche se si inizia a parlare già di 6G, il 5G non è ancora stato implementato completamente. In Italia, ad esempio, solo alcune zone sono coperte (per lo più province e grandi centri abitati). Ricerca e progresso tecnologico però non si fermano mai: una volta che è stato completato e definito lo standard 5G sono stati avviati gli studi sul 6G, di cui si stima potremo iniziare a vedere le prime applicazioni nel 2030.
La diffusione della tecnologia 5G sta incontrando alcune resistenze:
- per rendere concreta la sua diffusione la maggior parte dei dispositivi in circolazione dovrebbe essere compatibile con questo standard e, ad oggi, non è ancora così (ad esempio, per quanto riguarda gli smartphone, i dispositivi compatibili con il 5G sono principalmente i top di gamma con prezzi molto alti);
- difficoltà nell’aggiornamento dell’infrastruttura: gli Internet service provider devono posizionare nelle città dei ripetitori 5G che, rispetto a quelli 4G, hanno un raggio di copertura meno ampio (e dunque ne servono di più).
C’è però una buona notizia: il report del Future Today Institute riporta che “A differenza del 5G, il 6G non richiede una novità assoluta in termini di infrastruttura. Si basa sull’infrastruttura che viene messa in atto per il 5G. Ciò significa che quando il 6G sarà disponibile, l’adozione sarà rapida”.
Come si sta muovendo l’Europa sul tema 6G?
Nel gennaio 2021, la Commissione Europea ha avviato un progetto di ricerca sul 6G: Hexa-X.
Il progetto, che coinvolge 25 soggetti tra industria e centri di ricerca di 9 Paesi, è guidato e coordinato da due aziende europee leader nel settore delle telecomunicazioni: Nokia ed Ericsson.
A gennaio 2023 è iniziata la seconda fase del progetto, Hexa-X-II. Obiettivo di questa seconda fase, della durata di due anni e mezzo, è far diventare l’Europa leader nel 6G.
Volker Ziegler, coordinatore del Nokia Bell Labs ha affermato: “Riteniamo che le caratteristiche chiave delle reti nell’era del 6G debbano includere sostenibilità, affidabilità e inclusione digitale per aiutare il mondo a progredire in maniera sinergica”.
Sul 6G ci sono dunque grandi aspettative che si traducono, però, in altrettanto grandi sfide. Le due principali:
- riduzione dell’impatto energetico, sviluppando una tecnologia che aumenti le prestazioni sempre in ottica di efficienza energetica;
- riduzione delle disuguaglianze sociali garantendo connessione anche in territori che, fino ad ora, non hanno beneficiato del progresso tecnologico. Questo risponde anche a quanto definito negli SDG dell’ONU (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) dove la sostenibilità è intesa sia dal lato produttivo sia in ottica di minimizzare le disuguaglianze sociali.
Sostenibilità, affidabilità e inclusione digitale, dunque, sembrano essere le caratteristiche che la sesta generazione di telefonia mobile dovrà possedere.
Quali sono le applicazioni del 6G?
Ancora non sappiamo in dettaglio quali saranno le conseguenze dell’uso della tecnologia 6G, ma possiamo già identificare alcune macro-applicazioni:
- a livello di utente/consumatore finale il 6G contribuirà alla diffusione delle esperienze immersive;
- a livello industriale potrà sostenere la crescita della robotica collaborativa e delle macchine autonome;
- a livello di rete Internet, il 6G permetterà di creare di una rete più efficiente dal punto di vista energetico con maggiore copertura e supporterà l’utilizzo dell‘Intelligenza Artificiale come servizio (cosiddetta AI-as-a-service).
Qual è il legame tra 6G e Intelligenza Artificiale?
Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale sarà fondamentale nello sviluppo e nella diffusione della tecnologia 6G. Sarà infatti necessaria l’applicazione dell’IA per decidere come utilizzare la potenza di calcolo messa a disposizione da questa nuova tecnologia e come ottimizzarne la distribuzione. L’IA permetterà infatti di agire su moltissimi parametri in tempo reale e senza l’intervento umano grazie a Machine Learning e Deep Learning.
L’ottimizzazione della rete e il massimo sfruttamento della potenza di trasmissione dati permetterà la diffusione di tecnologie come auto a guida autonoma, IoT, realtà estesa (XR) e video con risoluzioni che oggi possiamo solo immaginare.
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