Approfondimenti

Alimentazione e produttività sul lavoro: investire nella promozione di sane abitudini alimentari

Le organizzazioni hanno compreso l’importanza di investire in formazione e di offrire così un valore aggiunto che consenta sia di attirare talenti, ma anche di trattenere, soddisfare, motivare e aumentare le competenze di chi già collabora e lavora in azienda. La formazione rende più efficiente il lavoro, migliora il clima aziendale ed è indispensabile per innovare.
L’alimentazione è un argomento che raramente viene preso in considerazione nella lista dei possibili temi di formazione. Non viene associata al percorso strategico aziendale, ma in realtà può avere un grande impatto sul benessere dei singoli e sui risultati d’impresa.
Corrette abitudini alimentari sono essenziali per mantenere un peso adeguato, per evitare carenze di macro o micronutrienti, per garantire livelli di energia buoni e una salute mentale equilibrata, in pratica per il benessere dell’individuo.
Una alimentazione sana permette dunque di vivere meglio, rende più forte il sistema immunitario e conseguentemente le nostre capacità di difesa. Può avere un ruolo significativo nel ridurre tutta una serie di piccoli disturbi come stanchezza, sonnolenza, dolore allo stomaco, mal di testa. Ma non solo. Esiste una correlazione, con solide basi scientifiche, anche con patologie più serie quali obesità, diabete, disturbi cardiocircolatori, tumori.

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) circa 1/3 delle malattie cardiovascolari e dei tumori possono essere evitati grazie a una equilibrata e sana alimentazione. Le malattie croniche non trasmissibili (Non Communicable Disease, NCD), quali malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete, problemi di salute mentale, disturbi muscolo scheletrici, uccidono nel mondo circa 40 milioni di persone ogni anno, equivalente al 70% di tutti i decessi, e sono strettamente legate a stili di vita non salutari compresa la scorretta alimentazione.
Anche nel nostro Paese, i dati confermano che pratiche alimentari salutari ed adeguate non fanno ancora parte delle abitudini di una buona fetta della popolazione.

La sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), voluta dal Ministero della Salute e avviata nel 2006, è un programma di monitoraggio dello stato di salute della popolazione adulta italiana tra i 18 e i 65 anni.  I dati più recenti, relativi al biennio 2020-2021, ci dicono che 4 italiani su 10 sono in eccesso ponderale, ovvero in condizione di eccessivo accumulo di grasso corporeo, 3 in sovrappeso e 1 obeso.
Ma non è solo una questione di chili di troppo. Le corrette abitudini alimentari contrastano carenze ed errori nel nostro modo di alimentarci quali: l’eccesso di zuccheri, di sale, di grassi saturi; lo scarso consumo di frutta e verdura; il frequente ricorso ad alimenti ultra-processati come merendine e piatti pronti. Tutti questi comportamenti, chiaramente, influenzano il nostro stato di salute.
Il programma “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari”, portato avanti dal Ministero della Salute dal 2007, ha l’obiettivo di migliorare lo stato di salute dei cittadini italiani agendo su quattro aspetti considerati principali fattori di rischio:

  • tabagismo;
  • consumo rischioso e dannoso di alcol;
  • alimentazione scorretta;
  • inattività fisica e sedentarietà.

Il programma ha da subito evidenziato la valenza strategica e la necessità della collaborazione con le aziende e il mondo del lavoro.
Queste sono le motivazioni per le quali si parla sempre più spesso di WHP, ovvero Workplace Health Promotion, promozione della salute sui luoghi di lavoro, includendo progetti di educazione alla sana alimentazione.

“La promozione della salute nei luoghi di lavoro (WHP) è lo sforzo congiunto dei datori di lavoro, lavoratori e società per migliorare la salute e il benessere del personale aziendale. Questo può essere raggiunto attraverso la combinazione dei seguenti elementi: miglioramento dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro, promozione della partecipazione attiva, incoraggiamento dello sviluppo personale” (Dichiarazione di Lussemburgo, 2007).

La WHP ha un approccio multisettoriale e multidisciplinare e influisce sulle performance aziendali con l’obiettivo di avere gente sana in imprese sane.

I benefici della formazione alimentare in azienda

Secondo il rapporto “Food at work: Workplace solutions for malnutrition, obesity and chronic diseases,” dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO), “un regime alimentare troppo povero o un’alimentazione troppo ricca sul luogo di lavoro può provocare una perdita di produttività del 20%. Fornire cibo sano sul posto di lavoro è il modo migliore per convincere le persone a mangiare almeno un pasto sano al giorno”.
Una buona e sana alimentazione consente di aumentare la produttività, migliora il morale delle persone, previene l’insorgere di malattie, riduce gli incidenti sul posto di lavoro e diminuisce l’assenteismo.
A fronte di investimenti contenuti nel promuovere programmi di miglioramento delle abitudini alimentari, è consolidato l’ottenimento di risultati positivi, concreti, con vantaggi anche economici.
Nel già citato rapporto ILO, viene riportato che si ritiene sostanziale il risparmio ottenuto da investimenti nella promozione di una sana alimentazione.
I progetti di formazione sull’alimentazione sana in ambito lavorativo sono detti “interventi opportunistici”, perché il contesto lavorativo rappresenta una valida e interessante opportunità per interventi di vario tipo. Molte persone sono presenti almeno otto ore al giorno, cinque giorni alla settimana; per questo il luogo di lavoro rappresenta una situazione comunitaria ottimale per l’intervento sanitario e per la sua efficacia.

Cattive abitudini alimentari e conseguenze sul lavoro

Pensiamo ad alcuni errori alimentari molto diffusi e alle loro conseguenze.
Saltare la prima colazione, prendere un caffè al volo, ingurgitare una brioche con cappuccino al bar sono comportamenti scorretti che in molti commettono e giustificano con la mancanza di tempo o il non appetito appena svegli. In realtà, la prima colazione è un pasto importante che ci ricarica dell’energia necessaria ad affrontare la giornata al meglio. Non dare il giusto tempo e la giusta importanza a questo momento causa sonnolenza, problemi di concentrazione e scarso rendimento.
Mangiare a pranzo un panino, in piedi, in fretta, può capitare, ma non deve diventare un’abitudine. Facilmente faremo fatica a digerirlo, le calorie introdotte saranno insufficienti e ci troveremo affamati nel pomeriggio con il rischio di cedere a merendine o spuntini salati dal profilo nutrizionale discutibile forniti dalla macchinetta distributrice.
Pranzi ipercalorici, abbuffate al ristorante a prezzo fisso compreso un bel bicchiere di vino, portano a difficoltà digestive, sonnolenza, difficoltà a mantenere l’attenzione, il che, nei giorni lavorativi, può essere un problema.
Bere troppo caffè può causare disidratazione e provocare un calo delle prestazioni mentali e mal di testa (emicrania).
Non mangiare frutta e verdura, o mangiarli in quantità insufficiente, significa privarci di una importante fonte energetica, oltre che di acqua, di vitamine, sali minerali, antiossidanti e fibra che sono indispensabili per il corretto funzionamento del nostro organismo. Diverse evidenze epidemiologiche ci dicono che il consumo di frutta e verdura freschi è correlabile ad una riduzione del rischio di mortalità e dell’insorgere di diverse patologie.
Non inserire nella propria dieta il pesce, in particolare il pesce azzurro, significa non inserire un alimento ricco di acidi grassi essenziali come gli omega 3. Diversi studi hanno dimostrato l’azione favorevole di queste sostanze a livello metabolico e cardiovascolare.
Un pranzo con pane bianco e pasta induce sonnolenza e perdita di concentrazione per via del carico glicemico e della loro assimilazione; meglio prediligere i cerali integrali.

Rispondere alle richieste di sostenibilità attraverso l’educazione alimentare

Il “Rapporto Coop 2022 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop, evidenzia che l’emergenza ambientale è la prima preoccupazione degli italiani, oggi e per il futuro. Il medesimo rapporto cita come la vera novità del 2021 sia la comparsa della nuova tribù dei climatariani, ovvero di coloro (1 italiano su 6) che dichiarano di adeguare il proprio regime alimentare per ridurre l’impatto ambientale.
L’”Indagine Millennials 2021“ di Deloitte Global, rivela che gli individui che lavorano nell’organizzazione esercitano pressioni sul posto di lavoro per creare una cultura attenta all’ambiente.
Le aziende devono quindi rispondere a queste richieste non solo nei confronti del mercato e dei propri clienti, ma anche internamente nei confronti del proprio staff.
Uno dei punti di possibile intervento è ancora una volta il cibo e la sana alimentazione. La sostenibilità deve essere uno dei criteri della scelta degli alimenti in mensa o nelle macchinette distributrici e l’impatto ambientale degli alimenti deve essere incluso nella comunicazione e nei temi di formazione.
Promuovere il bere acqua potabile, ad esempio, deve essere accompagnato da una comunicazione efficace sui costi ambientali delle bottigliette di acqua e delle bibite zuccherate.
Oppure, la distribuzione di frutta deve comprendere anche una parte informativa, ad esempio con cartelli o news nella intranet, che ne spieghi i vantaggi per la salute, ma anche i vantaggi rilevanti per l’ambiente.

3 consigli per promuovere l’educazione alimentare sul posto di lavoro

Possiamo individuare tre filoni per possibili progetti rivolti all’educazione alimentare del personale. Scopriamoli di seguito.

1. Offrire scelte alimentari sane

L’offerta di cibo, nelle mense, nelle caffetterie, nelle macchine distributrici, deve essere varia e appetitosa, ma allo stesso tempo salutare dando spazi importanti a cereali integrali, frutta, verdura e limitando la presenza di alimenti ipercalorici, troppo grassi o eccessivamente zuccherati. Efficaci proposte, già sperimentate in alcune realtà aziendali, sono ad esempio, la promozione del consumo di acqua potabile a scapito di bibite iper-zuccherate, offrendola gratuitamente in diversi e numerosi punti di distribuzione; la presenza di frutta, a disposizione, nei punti di ristoro o nelle sale riunioni; l’offerta di piatti in mensa con poco sale e l’inserimento sui tavoli di saliere con l’indicazione di assaggiare il piatto prima di aggiungere altro sale allo scopo di imparare a limitarne il consumo.

2. Creare un ambiente piacevole e positivo legato al momento del consumo di cibo

Non è importante solo quello che mangiamo, ma anche dove lo mangiamo. Grandi realtà aziendali, come Google, Facebook, AirBNB , Unilever, Lego e molti altri, hanno investito nella realizzazione di spazi innovativi, futuristici, con molta luce, linee morbide, colori, richiami alla natura e spazi verdi veri e propri, dove le persone possono rilassarsi, socializzare e mangiare insieme. Anche senza arrivare ai grandi investimenti di queste aziende, è utile creare spazi adeguati e piacevoli in modo da incoraggiare le persone a impiegare il giusto tempo e la giusta attenzione al momento del pasto principale o della pausa.

3. Fare campagne di educazione alimentare

In ultimo, ma non per importanza, organizzare in maniera coinvolgente e piacevole progetti di educazione alle corrette abitudini alimentari. Gli interventi possono essere molteplici a partire da percorsi di formazione e sensibilizzazione sul tema, online e offline, con corsi in eLearning, webinar, incontri con professionisti. Ma anche campagne di comunicazione interna all’azienda che utilizzino newsletter, spazi nella intranet aziendale, una cartellonistica ad hoc in sala mensa o nelle sale dedicate alla pausa che evidenzi le scelte salutari con brevi informazioni sulle caratteristiche dei cibi; organizzazione di iniziative come pranzi di gruppo a tema salutare, gruppi di persone per lo scambio di ricette salutari, laboratori di cucina e di degustazione. Il tema “alimentazione sana”, se ben presentato, interessa e coinvolge.

Skilla propone il percorso formativo “Benessere personale e organizzativo” grazie a cui il personale aziendale avrà la possibilità di riflettere sulle proprie abitudini alimentari, scoprire quali sono i comportamenti più adeguati da seguire per adottare uno stile alimentare sano e sostenibile e selezionare gli alimenti con attenzione al rispetto dell’ambiente. Ma non solo. Il percorso si compone di un mix di risorse utili a prendersi cura non solo della propria salute fisica ma anche di quella mentale, trovare equilibro tra il corpo e la mente, mantenere concentrazione e controllo in ambito lavorativo, sviluppare determinazione e pensiero positivo, riconoscere e gestire stress e fatica per superare le avversità.

Un altro pilastro della Skilla Library è il percorso “Protagonisti della sostenibilità” che esplora la strategia delle Nazioni Unite affinché la sostenibilità sia un asset strategico per le imprese e un potente motore in grado di orientare il cittadino nelle sue scelte di consumo e di vita. Tanti consigli su azioni semplici e quotidiane per diventare protagonisti della sostenibilità.

Scritto da: Franca Braga il 27 Giugno 2023

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