Nel post pandemia, antiche e nuove fragilità emergono con una rinnovata preoccupazione per il futuro
Nel post pandemia, antiche e nuove fragilità emergono con una rinnovata preoccupazione per il futuro. Questa ansia si manifesta in forme molteplici, ognuna della quali afferra brevemente l’attenzione nel dibattito pubblico, per poi svanire rapidamente di fronte alla comparsa di una nuova forma di disagio. Il fenomeno delle “grandi dimissioni” e, a volte, il rifiuto del lavoro, rivelano nelle nuove generazioni un profondo malessere verso il modello di lavoro tradizionale. Rappresentanti studenteschi hanno protestato nei primi giorni degli anni accademici per l’ansia generata dalla competitività. Di recente, si sono sollevate contestazioni per l’eccessivo costo degli affitti nelle metropoli. Queste manifestazioni transitorie riflettono preoccupazioni più profonde a livello collettivo, come la sostenibilità ambientale e la perdita di orientamento rispetto al futuro. Sono fenomeni che, nonostante le sfumature locali, sono condivisi nella maggior parte dei paesi occidentali. La rapidità dei cambiamenti, alimentata principalmente dalla rivoluzione tecnologica, porta con sé mutamenti improvvisi e sovrapposti, un sovraccarico informativo e continue innovazioni. Questi cambiamenti, inediti nella storia dell’uomo, sfidano la nostra capacità di far fronte, in quanto non possiamo attingere alla memoria o all’esperienza del passato per affrontarli. (…)
Per leggere l’articolo completo clicca qui.