Negli ultimi anni, il legame tra Intelligenza Artificiale e apprendimento è diventato sempre più stretto. L’IA sta trasformando i contesti educativi e formativi, generando entusiasmi, ma anche interrogativi profondi sul futuro del ruolo umano nell’educazione.
Scuole senza docenti e IA nella didattica
A settembre 2024, il David Game College di Londra ha inaugurato un corso sperimentale rivolto a studenti tra i 15 e i 17 anni, dove tutte le principali materie sono insegnate da piattaforme di apprendimento adattivo basate su Intelligenza Artificiale. Gli studenti frequentano regolarmente la scuola e in aula sono affiancati da tutor umani.
In Cina, già da diversi anni si stanno sperimentando delle “smart classroom”, ambienti di apprendimento intelligenti in cui l’attività dell’insegnante è supportata da robot umanoidi o tutor IA virtuali.
In ambito aziendale, un recente studio coordinato dal professor Ethan Mollick ha dimostrato come le performance di un singolo lavoratore supportato da IA siano comparabili a quelle di un team di colleghi ed esperti non assistiti dalla tecnologia.
Ha ancora senso parlare di ruoli educativi nell’era dell’IA?
Alla luce di quanto descritto, sorge spontaneo chiedersi se la figura del docente a scuola e di esperti come formatori e formatrici in azienda esisteranno ancora in futuro. La risposta è sì, ma a condizione di ripensarne il ruolo.
Uno studio dell’Università della Pennsylvania ha rilevato che, sebbene l’uso dell’IA migliori inizialmente le performance degli studenti, una volta rimosso l’accesso alla tecnologia i risultati tendono a peggiorare. Affidarsi unicamente all’IA può compromettere lo sviluppo delle soft skills, in particolare della capacità di risolvere problemi in autonomia, e non è sufficiente per promuovere un apprendimento autentico e duraturo.
Tre prospettive per chi progetta e accompagna l’apprendimento
L’avvento dell’IA impone un’evoluzione ai modelli didattici, tanto nei contesti scolastici quanto in quelli aziendali. Chi si occupa di formazione deve acquisire nuove competenze per progettare ambienti capaci di stimolare l’apprendimento. Ecco tre prospettive suggerite da chi si occupa di ricerca e innovazione educativa:
1. Learning Agility
Secondo Amicucci, la competenza chiave per affrontare la trasformazione introdotta dall’IA è la Learning Agility: la capacità di apprendere dall’esperienza, adattarsi al cambiamento e affrontare scenari complessi con flessibilità. Per promuoverla, docenti, formatrici e formatori devono prima di tutto svilupparla in sé. È necessario passare dal mindset statico, fondato sull’idea di trasmettere conoscenze acquisite, a un mindset dinamico, orientato al metodo, alla ricerca, al lifelong learning.
2. Approccio transdisciplinare
Secondo Sancassani, l’IA rappresenta un potente incentivo e supporto alla progettazione di percorsi transdisciplinari, in cui le discipline non sono più compartimenti stagni, ma strumenti integrati per leggere la realtà. Questa prospettiva è particolarmente adatta ad affrontare la complessità contemporanea, perché permette di connettere saperi diversi per comprendere e rispondere a problemi reali.
3. Pensiero sistemico ed ecologico
Galimberti propone una prospettiva originale: formare oggi significa aiutare a sviluppare una visione sistemica ed ecologica, intesa non in senso ambientale, ma come capacità di leggere le relazioni tra essere umano e tecnologia. Pensare in modo ecologico vuol dire riconoscere le interdipendenze tra persona e ambiente digitale per abitare questi spazi con consapevolezza. Non si tratta solo di distinguersi dalle macchine, ma di imparare a co-evolvere con esse.
Intelligenza Artificiale e apprendimento: tutelare la relazione educativa
La sfida oggi è riuscire a bilanciare le opportunità e i rischi dell’Intelligenza Artificiale. L’UNESCO segnala il pericolo che l’interesse per l’IA porti a destinare risorse alla tecnologia sacrificando lo sviluppo delle competenze umane, con il rischio di aggravare la carenza globale di insegnanti qualificati. La ricerca di efficienza può, inoltre, generare un impoverimento della relazione educativa, riducendo la profondità delle interazioni.
Per questo è fondamentale che l’IA venga impiegata per rafforzare e arricchire la mediazione umana, non per svuotarla.
In uno scenario in rapido mutamento, formarsi diventa essenziale per acquisire strumenti e visione con cui orientarsi e governare il cambiamento.
Per chi opera nel mondo aziendale, le nostre masterclass offrono un’opportunità concreta per approfondire queste tematiche e tradurle nella pratica professionale.