La blockchain è uno dei temi più in auge degli ultimi tempi le sue applicazioni non si limitano più al solo ambito finanziario, ma iniziano a palesarsi all’interno di mondi che sono sempre più contingenti a quelli in cui viviamo. Un esempio può essere la sua applicazione in ambito formativo e la centralità che in esso sta acquisendo insieme agli Open Badge. Per poter meglio comprendere la tematica, di seguito forniamo una prima definizione tratta da il “Corriere della Sera”: “Cos’è? Si potrebbe definire una specie di registro pubblico e decentralizzato che sfrutta la tecnologia «peer-to-peer» (da pari a pari) per validare transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente. Un network di computer raggiunge il consenso sulla creazione di un nuovo «blocco» che racchiude tutte le operazioni validate, e si unisce alla catena senza essere più modificabile. In questo modo non ci saranno dubbi su quello che è successo durante il percorso: non ci sono versioni differenti di uno stesso documento, ed ogni modifica è trasparente. Insomma, la blockchain svolge il ruolo del notaio (senza averne i costi) per trasferire in modo istantaneo e senza intermediari la proprietà di qualunque bene: case, denaro, auto, azioni, file e così via. […] Non c’è quindi possibilità di corruzione, truffa o furto.” Diamo ora invece uno sguardo a quelle che possono essere le sue applicazioni in altri ambiti e di come la blockchain possa rivelarsi utile per umanizzare il lavoro ed impedire le concentrazioni di potere: di seguito alcuni estratti di articoli scritti da Massimo Chiriatti, componente del gruppo degli esperti della Blockchain del MISE e Matteo Bertazzo, del Cineca. Massimo Chiriatti è l’autore, con Marco Bentivogli, del Manifesto Italia sulla blockchain: “Un bene materiale è rivale, ovvero non può essere disponibile a più persone contemporaneamente. Un bene immateriale come l’informazione, invece, può essere copiato e trasferito a costo nullo e reso disponibile a più persone contemporaneamente. Questa differenza essenziale tra bene materiale e bene immateriale ha ripercussioni sui modelli competitivi e industriali.” Il testo completo è disponibile a questo link. Alla stesura del Manifesto hanno contribuito anche Matteo Bertazzo e Franco Amicucci con una riflessione sulle sue possibili applicazioni in ambito formativo: “Molte aziende italiane, come Tim e OVS, grazie alla collaborazione tra Bestr e skilla, hanno iniziato a utilizzare gli Open Badge come nuove forme di certificazione della formazione e motivazione e ingaggio delle persone alla formazione. L’estensione dell’utilizzo della blockchain a tutte le nuove forme digitali di apprendimento formali e non formali, permetterà di registrare in modo sicuro e decentralizzato le digital credential acquisite e di realizzare un personal ledger formativo in cui custodire i risultati del Lifelong and Lifewide learning. In ambito aziendale, partendo dalle grandi aziende dotate di una corporate academy interna, la disponibilità di una blockchain delle competenze può finalmente tracciare i risultati della formazione e confrontare e selezionare i profili in modo veloce per programmare percorsi di crescita del personale.” Clicca qui per leggere l’articolo. Il fascino esercitato dal tema Blockchain è indubbio: l’importanza che sta acquisendo e le potenzialità che possiede, semplicemente, ci impediscono di poter ignorare il fenomeno. È importante informarsi e formarsi per poterne capire le applicazioni più utili e le opportunità per valorizzare l’aggiornamento dei sistemi formativi e delle competenze. Il 27 marzo abbiamo approfondito l’argomento in un nostro webinar gratuito.
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Staff skilla