Nelle aziende di oggi, la figura dell’HR è un vero e proprio punto di riferimento. Organizza corsi sulla gestione dello stress, pianifica iniziative per il benessere dei dipendenti e offre supporto a chi affronta momenti difficili. È la persona che ascolta, comprende, media e risolve problemi. Ma c’è una domanda che spesso passa in secondo piano: chi si prende cura di loro?
Le HR si trovano a gestire il benessere altrui con passione e dedizione, ma quanto tempo dedicano a sé stesse? Se il loro ruolo è quello di sostenere gli altri, è fondamentale che anche loro abbiano strumenti e spazi per ricaricarsi. Perché il rischio è reale: senza il giusto equilibrio, anche chi è abituato a supportare gli altri può trovarsi in difficoltà.
HR: tra passione e carico emotivo
Lavorare nelle Risorse Umane non è solo una professione, è una missione. Le HR sono coloro che accolgono le preoccupazioni dei e delle dipendenti, risolvono conflitti, gestiscono momenti di cambiamento e garantiscono che il clima aziendale sia positivo. Sono il collante invisibile che tiene insieme team e reparti, lavorando spesso dietro le quinte per garantire che tutto funzioni al meglio.
Ma dietro questo ruolo di guida e supporto, ci sono anche sfide importanti. Il carico emotivo è significativo: chi lavora in HR si trova spesso a gestire situazioni delicate, a dover essere il punto fermo in momenti di crisi e a trovare soluzioni per tutti… tranne che per sé stessi e sé stesse.
Il risultato? Senza accorgersene, molte HR finiscono per lavorare senza pause, rispondendo a email a tarda sera, accumulando stress e trascurando il proprio benessere. E questo, nel tempo, può portare al burnout.
Come riconoscere i segnali di burnout nelle HR?
Il burnout non arriva all’improvviso: si insinua lentamente, giorno dopo giorno, sotto forma di stanchezza cronica, mancanza di motivazione e senso di sopraffazione. Ecco alcuni segnali da non sottovalutare:
- Inbox infinita e reperibilità costante
Le email sono una costante e sembra impossibile rimandare una risposta. “Rispondo subito così me ne libero” diventa la regola d’oro, fino a trovarsi a scrivere messaggi di lavoro anche il venerdì sera o nel weekend. - La pausa pranzo… quale pausa pranzo?
Mangiare davanti al computer è la norma, e il tempo per staccare veramente sembra un lusso che non ci si può permettere. Le giornate sono scandite da riunioni, emergenze e richieste improvvise, lasciando poco spazio per un vero respiro. - Il peso delle aspettative
Le HR sono viste come la bussola dell’azienda: devono sapere sempre cosa fare, avere sempre una soluzione pronta, trovare sempre il giusto equilibrio. Ma chi lavora in HR è anche un essere umano, e sentirsi costantemente sotto pressione può essere logorante. - L’agenda impossibile
Le giornate sono un incastro continuo tra meeting, colloqui, formazioni e richieste di supporto. E se una riunione finisce, ce n’è già un’altra pronta a partire. Il tempo per concentrarsi su progetti strategici sembra sempre più ridotto. - La sensazione di non “avere tempo” per sé
Quando il lavoro occupa ogni spazio della giornata, anche la vita personale ne risente. Il tempo libero si riduce, la qualità del riposo cala e il senso di affaticamento diventa costante.
Il paradosso del benessere aziendale: chi lo promuove ne ha più bisogno
Ecco la grande ironia: chi promuove il benessere aziendale è spesso la persona che ne ha più bisogno. Le HR lavorano per garantire un ambiente di lavoro sano e sostenibile, eppure sono tra le prime a rischiare di trascurare il proprio equilibrio.
Ma un HR in burnout non può essere efficace. Se vogliamo costruire aziende sane e motivate, dobbiamo partire proprio da chi si occupa di curare il clima aziendale. Il benessere delle HR non è un optional, è un investimento strategico.
Strategie per il benessere
Prendersi cura di sé non è un lusso, è una necessità. Ecco alcune strategie per evitare il burnout e trovare un equilibrio sostenibile:
- Imparare a “staccare”:
Definire orari di lavoro precisi e rispettarli è fondamentale. Le email possono aspettare fino al giorno dopo, così come fare una pausa non è tempo perso: aiuta a ricaricare le energie e migliorare la concentrazione. - Delegare e condividere il carico
Non tutto deve essere fatto in prima persona. Delegare, coinvolgere il team e chiedere supporto aiuta a distribuire meglio il carico di lavoro e a ridurre la pressione. - Investire sulla propria formazione e crescita personale
Le HR dedicano molto tempo alla formazione degli altri, ma quanto investono sulla propria crescita? Partecipare a eventi, leggere, confrontarsi con altri professionisti è essenziale per mantenere la motivazione e il senso di realizzazione. - Creare spazi di confronto
Avere un network di colleghi con cui condividere esperienze e sfide aiuta a sentirsi meno soli. Confrontarsi con altri professionisti HR permette di trovare nuove prospettive e strategie per affrontare le difficoltà.
Conclusione: un HR che sta bene fa stare bene l’azienda
Le HR sono il cuore pulsante di un’organizzazione: se loro stanno bene, tutta l’azienda ne trae beneficio. Prendersi cura di sé non significa essere meno efficaci, anzi. Un HR che riesce a trovare un buon equilibrio tra lavoro e benessere personale sarà ancora più capace di supportare gli altri e contribuire al successo dell’azienda.
Quindi, professionista HR che ci stai leggendo: la prossima volta che organizzi un’iniziativa per il benessere dei team, chiediti: sto facendo qualcosa anche per me?