Molti sono i concetti, i termini e gli acronimi che emergono quando si affronta il tema dell’Intelligenza Artificiale. Tra questi, AGI, Intelligenza Artificiale Generale, è sicuramente uno dei più discussi e menzionati. Ma di cosa si tratta?
Definizione di AGI
La mission di OpenAI, azienda che ha sviluppato ChatGPT, è “garantire che l’Intelligenza Artificiale Generale (AGI), ossia sistemi di Intelligenza Artificiale che sono generalmente più intelligenti degli esseri umani, vada a beneficio di tutta l’umanità”.
Secondo Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, l’AGI potrebbe infatti portare enormi benefici all’umanità, dando slancio all’economia, liberando la creatività umana e contribuendo a raggiungere risultati in ambito scientifico oggi inimmaginabili.
Ma cosa significa Intelligenza Artificiale “generalmente” più intelligente di un essere umano? E da cosa deriverebbero tutti questi benefici?
A questo proposito, occorre premettere che non solo di AGI di non c’è un’unica definizione riconosciuta a livello accademico ma, soprattutto, ad oggi non ne esiste nessun esempio.
Tuttavia, per provare a fare chiarezza possiamo considerare la spiegazione di Demis Hassabis, AD di Google DeepMind, centro di ricerca sull’IA di Google. Secondo Hassabis sono 2 le parole chiave per definire e comprendere cos’è l’AGI: apprendimento e generalità.
- Apprendimento: la caratteristica principale dell’AGI è (o meglio, dovrebbe essere) la capacità di apprendere direttamente dai dati grezzi, senza nessuna forma di pre-elaborazione o etichettatura dei dati da parte di un essere umano (come avviene invece nei casi dell’apprendimento supervisionato e non supervisionato).
- Generalità: la capacità di apprendere da dati grezzi, permetterebbe all’AGI di essere utilizzata per una vasta gamma di attività, incluso l’affrontare nuovi compiti senza la necessità di essere stata addestrata per farlo.
L’Intelligenza Artificiale Generale potrebbe dunque sia supportare le persone nella loro quotidianità svolgendo i compiti più vari, passando da un’attività all’altra senza difficoltà, sia affrontare problemi molto complessi elaborando grandi quantità di dati e identificando soluzioni che potrebbero non essere ovvie per gli esseri umani. Per questo motivo molte persone sono convinte che l’AGI possa portare grandi benefici.
Cosa distinguerebbe l’AGI dalle altre forme di IA?
L’AGI si distinguerebbe dalle altre forme di Intelligenza Artificiale principalmente per il tipo di apprendimento e la capacità di adattarsi a svariati compiti.
Nell’apprendimento supervisionato, l’algoritmo impara da un insieme di dati etichettati. Ad esempio, per l’addestramento di un modello di riconoscimento delle immagini viene fornito un insieme di foto etichettate come rappresentanti gatti. L’obiettivo è che l’algoritmo possa riconoscere altre foto di gatti in futuro basandosi sull’addestramento ricevuto.
Nell’apprendimento non supervisionato, l’algoritmo impara da un insieme di dati senza avere esempi pre-etichettati come guida. Ad esempio, potrebbe raggruppare foto simili insieme, distinguendo “gatti” da “cani”.
L’apprendimento non supervisionato, sebbene sia un metodo di apprendimento avanzato, presenta due svantaggi: è necessaria una notevole mole di dati per riuscire a identificare pattern significativi e, anche una volta addestrato, l’algoritmo non è comunque in grado di comprendere ciò che ha imparato così come lo farebbe un essere umano.
L’AGI, invece, sarebbe in grado di apprendere in modo più profondo e intuitivo, imparando dai dati grezzi e da piccoli set di dati, così come avviene per un essere umano, senza avere bisogno di istruzioni dettagliate per farlo.
L’Intelligenza Artificiale Generale avrebbe dunque la capacità di eseguire qualsiasi compito intellettuale che un essere umano può svolgere. In pratica, l’AGI potrebbe apprendere, ragionare, interagire in modi complessi con l’ambiente e svolgere una vasta gamma di compiti in modo autonomo.
Tentativi di creare l’AGI e l’Artificial General Intelligence Society
Il concetto di AGI può sembrare recente ma, in realtà, il dibattito circa se sia possibile o meno creare un AGI nasce con l’Intelligenza Artificiale stessa. Il concetto di AGI coincide infatti con quello di Intelligenza Artificiale forte.
Fin dagli anni ‘60 studiosi ed esperti di Intelligenza Artificiale si sono divisi tra chi sostiene che in un futuro più o meno lontano le macchine saranno in grado di esibire una forma di intelligenza indistinguibile, o addirittura superiore, a quella degli esseri umani (si tratta dei sostenitori dell’IA forte); e chi invece ritiene che l’IA non potrà mai raggiungere le capacità e caratteristiche dell’intelligenza umana (sostenitori dell’IA debole).
Negli anni è sembrata prevalere l’una o l’altra ipotesi. In particolare, l’interesse verso l’Intelligenza Artificiale Generale è cresciuto molto agli inizi degli anni 2000 e nel 2008 è nata l’Artificial General Intelligence Society, un’organizzazione no profit fondata con lo scopo di mantenere vivo il “sogno originario di una IA generale e autonoma”. Secondo l’Artificial General Intelligence Society, negli anni lo sviluppo di soluzioni di IA specifiche ha portato ad allontanarsi dall’obiettivo originario dell’Intelligenza Artificiale, ovvero di costruire “macchine pensanti” nell’’accezione di IA forte.
Nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale Generale convivono diversi approcci e si è ancora lontani dall’avere un’unificazione teorica, tant’è che, come indicato sopra, non c’è ancora una definizione comunemente accettata.
Ben Goertzel, cofondatore della Artificial General Intelligence Society, noto scienziato cognitivo ed esperto di IA, è al centro degli sforzi per avvicinare la comunità di ricercatori all’obiettivo della creazione di un’Intelligenza Artificiale Generale.
Goertzel è la mente dietro molti dei progetti che cercano di rendere l’AGI una realtà. Tra le sue iniziative più ambiziose vi sono OpenCog, un progetto open-source che mira a costruire un’architettura per Intelligenza Artificiale Generale attraverso un approccio collaborativo e comunitario e SingularityNET, una piattaforma basata su blockchain che permette a chiunque di creare, condividere e monetizzare servizi di IA, un progetto che ha come obiettivo la democratizzazione dell’accesso agli strumenti di Intelligenza Artificiale e che sprona la collaborazione e l’innovazione aperta e condivisa.
Critiche e preoccupazioni
Il sociologo e giornalista Evgeny Morozov, considerato tra i massimi esperti di Internet e digitale, una decina di anni fa ha elaborato il concetto di soluzionismo tecnologico e recentemente ne ha molto parlato.
Il soluzionismo tecnologico vede la tecnologia, in questo caso l’AGI o più in generale l’Intelligenza Artificiale, come la risposta a tutti i problemi. Rappresenta la fede incondizionata nel potere salvifico della tecnologia, che con le sue innovazioni può risolvere i problemi sociali e politici. È l’idea che con una “bacchetta magica tecnologica” possano essere risolti tutti i problemi, dal riscaldamento globale alle disuguaglianze sociali.
Nel 2022 Sam Altman ha dichiarato che “l’IAG probabilmente sarà necessaria per la sopravvivenza dell’umanità. I nostri problemi sono troppo grandi e non possono essere risolti senza gli strumenti migliori”.
Il rischio, dunque, secondo Morozov è quello di porre troppa fiducia nello sviluppo di soluzioni future, perdendo di vista ciò che possiamo fare nel presente. Inoltre, un altro pericolo è quello di semplificare i problemi, sminuendo o non considerando le implicazioni sociali, politiche, economiche ed etiche che l’utilizzo di nuove tecnologie comporta. L’obiettivo non è fermare o rallentare i progressi scientifici ma evitare di non agire oggi in attesa dell’arrivo di un’avanzata soluzione tecnologica domani.
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