Dad, e-learning, piattaforme: la pandemia non ha inventato niente

Che ci sembri una novità non vuol dire che lo sia: ripercorriamo la storia dell’apprendimento a distanza, le forme che ha assunto nel 2020 e quelle che potrebbe assumere in futuro.

Con la pandemia, nelle scuole e nella società, le parole e-learningDidattica a Distanza (Dad)formazione online e teleformazione sono diventate familiari alla maggior parte delle organizzazioni.

Quando un’innovazione si presenta con una modalità improvvisa e pervasiva è naturale che in una stessa parola si comprendano tante attività diverse tra loro. O al contrario, che la stessa attività – come quella del docente che si collega con i suoi studenti – venga definita con almeno quindici denominazioni diverse, tra le quali webinar formativo, teledidattica, teleformazione, webclassroom, Vtalk e tante altre.

Proviamo allora a classificare, nel modo più semplice possibile, un insieme di diverse attività di apprendimento ormai familiari. La prima grande distinzione da operare è quella tra formazione sincrona e formazione asincrona.

Formazione sincrona, la DaD non ha inventato nulla di nuovo

La formazione sincrona è la modalità che tutti gli studenti e la maggior parte dei lavoratori hanno vissuto durante la pandemia, con il docente che gestisce la lezione (che aveva previsto di fare in aula) attraverso telecamera e microfono del suo computer, con gli allievi seduti di fronte al computer di casa o di lavoro. È una didattica a “distanza fisica”, ma con sincronia di tempo.

Speciali ambienti digitali abilitano questa relazione, e i nomi di questi ambienti (Zoom, Teams, Webex, Skype e decine di altri) sono anch’essi ormai familiari. Nelle aziende alcuni di questi erano usati anche prima per riunioni, e nelle famiglie per salutarsi tra nonni e nipoti lontani. Una novità per milioni di persone, al punto che per molti è questa la DaD o l’e-learning, non avendo conosciuto e sperimentato altre modalità. Ma questa è la forma più antica di DaD, la più semplice ed elementare.

Già nel 1951 in Australia, su spinta della pedagogista Adelaide Miethke, si attivò la rete nazionale “School of the Air”, con ponti radio che collegavano gli insegnanti delle scuole primarie con migliaia di bambini che vivevano in fattorie lontane a volte centinaia di chilometri dai centri abitati. Radio ECCA è stata una vera e propria istituzione in Spagna, e ha impartito istruzione a distanza fin dal 1965. Nacque alle Canarie per la formazione di persone adulte, raggiungendo popolazioni adulte analfabete o semianalfabete su tre continenti. Ancor prima, nel 1947, Radio Sutatenza, dalla Colombia, iniziò le sue attività per insegnare a leggere, scrivere e far di conto negli ambienti rurali di tutta l’America Latina, arrivando negli anni Settanta a coprire 19 ore quotidiane di programmazione didattica.

In Italia abbiamo avuto, negli anni Sessanta, il ruolo didattico della RAI, con il mitico maestro Manzi del “Non è mai troppo tardi”: la televisione come strumento per imparare a leggere e scrivere.

Una storia che passa per la radio, poi per la televisione, e ora per il web, con un format didattico che mantiene il collegamento a distanza del docente e dell’allievo, sempre per sopperire alla difficoltà di interagire nell’aula in presenza.

 

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Scritto da: Team Skilla il 3 Marzo 2021

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