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eLearning ed empatia: scenari e opportunità per un approccio relazionale a scuola e in azienda

La distanza fisica e la tecnologia rendono più difficile la creazione del tradizionale rapporto docente/discente, sia nella formazione aziendale che nella scuola.
Su questo tema, si è tenuta la lectio magistralis di Matteo Uggeri della Fondazione Politecnico di Milano, presentata da Marco Amicucci. Alla fine del suo intervento Fabio Nascimbeni, CEST, Universidade de Sao Paulo e da Pier Giuseppe Rossi, Sirem, hanno posto qualche domanda ed espresso alcune suggestioni.

Che cos’è l’empatia?

Per molto tempo la sfera emotiva dell’individuo, difficile da valutare e da comparare fra diversi soggetti, non è stata oggetto di studi scientifici che la mettessero in relazione con la didattica e l’apprendimento.
Ma oggi le neuroscienze ci dicono che le emozioni hanno un ruolo importante nella qualità dell’apprendimento, scolastico e no. É su di esse che colui che insegna dovrà far leva: le informazioni vengono apprese e archiviate nella memoria, in base all’intensità e alla valenza emotiva ad esse associate.
Fondamentale dunque è che il docente attivi i suoi neuroni specchio – ovvero quelli responsabili del processo empatico (quel che accade dentro di noi quando riusciamo a immedesimarci nell’altro e quasi a sentire quel che prova).
L’empatia è la capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o più esattamente di comprendere immediatamente i processi psichici ed emotivi dell’altro.

Quanto conta l’empatia nell’apprendimento e come può l’apprendimento a distanza essere ‘empatico’?

Chi si occupa di formazione/insegnamento a distanza, da sempre è fatto oggetto di diffidenza e di scetticismo. Se la creazione della relazione è indispensabile per la trasmissione di contenuti, com’è possibile che questo avvenga attraverso strumenti tecnologici, in una situazione di lontananza fisica e a volte anche temporale?
Si è dato fino ieri per scontato che relazione ed empatia fossero sinonimo di vicinanza, la sfida oggi non è certo quella di vedere nella didattica a distanza un succedaneo di quella fisica, ma interpretare i tratti nuovi e dirompenti che l’eLearning contiene in sé.

Cambio di prospettiva

L’empatia di cui stiamo parlando è una caratteristica ritenuta indispensabile, è il docente che deve esercitarla, facendosi interprete dello stato d’animo di chi ha di fronte.
La rivoluzione digitale costringe ad un radicale capovolgimento di questo paradigma, perché a cambiare è il processo stesso dell’apprendimento, che diviene immersione in un continuo flusso di stimoli e informazioni.
L’empatia deve sì essere alla base dell’attività del docente, sia esso un insegnante della scuola o dell’università piuttosto che un formatore; ma l’empatia  deve caratterizzare anche il discente, colui che apprende, e deve guidarlo nel processo di navigazione.
L’insegnante, maieuta, sarà empatico, e il discente dovrà imparare con il medesimo atteggiamento, per essere sempre meno interlocutore passivo e sempre più soggetto attivo nel processo.
Uggieri ci guida in un mondo dove l’apprendimento è appunto un flusso costante, addirittura immersivo, dove il navigante si lascia in parte portare dalla corrente e in parte decide dove andare.
Il confine tra chi crea contenuti e insegna e chi li fruisce e apprende è sempre più sfumato, spesso quasi intercambiabile. La classe tradizionale si capovolge, l’insegnante è il mentore, la guida e i contenuti  si apprendono, spesso reciprocamente, per osmosi.
Sbirciare in altri ambiti, favorire lo scambio tra scuola e azienda, invitare altri attori nel gioco diviene indispensabile.
Si crea un ecosistema di apprendimento, in una sorta di empatia globale.

 

Il nuovo trend

Il cambiamento continuo, spinto anche all’eccesso, ci porta ad un tentativo costante di adattamento che attiva la nostra creatività.
Il nuovo trend è trovare un modo nuovo di navigare, usando appunto la creatività, per scegliere con chi e in quali modi creare legami e relazioni.
Su che cosa investire, che cosa insegnare? La navigazione nella quale siamo impegnati necessita di nuovi strumenti che vanno trasmessi e appresi, il significato di competenze digitali si dilata.
Lo sviluppo di queste in ogni ambito, dalla scuola al mondo del lavoro, è la vera urgenza, per andare alla ricerca e sapersi orientare nell’universo ancora sommerso di un sapere che ha cambiato i propri confini.
Con le domande finali di Nascimbene e Rossi, Uggeri ci dà ancora qualche suggestione sugli effetti dell’eLearning: dall’accelerazione dello sviluppo tecnologico a uno sviluppo, ancora contraddittorio ma significativo, dell’inclusione sociale. Ricerche condotte in campo internazionale (Uruguay, Grecia, Polonia, Brasile, la stessa Italia) mettono in evidenza il valore della condivisione in un’ottica di open education, e non sono che scorci su una realtà in continuo divenire.

Se non sei riuscito a seguire l’evento puoi guardarne l’abstract qui di seguito:

Scritto da: Maurilia Maldini il 6 Aprile 2021

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