Qualche anticipazione sul post che pubblicheremo dopo exploring eLearning, dedicato al game applicato alle competenze trasversali. Problem solving, capacità di lavorare in team, saper ascoltare, flessibilità… le cosiddette soft skills imperano in qualsiasi contesto di formazione aziendale. Anche le realtà meno illuminate ormai hanno capito che spesso importa di più formare i propri dipendenti a ‘saper lavorare bene e con intelligenza’, per quanto vago ciò possa sembrare, piuttosto che impartire lezioni di conoscenze hard di qualsivoglia contenuto. Ovviamente, tramite il team building, il coaching e la formazione d’aula tradizionale si è sperimentato già di tutto e di più, ed a ruota ha seguito l’eLearning, con tutto ciò che ne consegue, specie in termini di assessment di tali competenze trasversali. In tutto ciò, chiaramente, il gioco ha un suo ruolo potenzialmente dirompente, ed è solo inutilmente ridondante richiamare alla mente quanto giochi di ogni tipo, da palla prigioniera a Dungeons and Dragons, per passare dal memory a Minecraft, possono avere un ruolo in tale contesto. Cosa offre allora oggi il ramo, sempre più hype, della gamification in termini di assessment e formazione nelle soft skills? Quando interviene il digitale, cosa cambia, specie se iniziamo a danzare sul labile confine che ci separa dalle digital skills? Come posso, in rete, insegnare a comunicare meglio con la rete? Esistono forme di storytelling semplici ma innovative che si possano applicare per formare alla capacità di ascolto? Come può la realtà virtuale supportare nello sviluppare la flessibilità? Tramite una serie di interviste ad outsider del settore, da ricercatori universitari nel ramo del neurogaming ad indie-gamers innovativi, per poi passare a sviluppatori di applicazioni XR e provider di eLearning, nel nostro articolo esploreremo le potenzialità del game nella formazione alle sfuggenti soft skills. Speriamo di riuscire a catturarle.
Matteo Uggeri