Life Long Learning
In questi anni si è reso quanto mai palese che, qualsiasi sia la nostra professione o il nostro ruolo, vivremo una trasformazione continua, un cambiamento costante, per il quale raramente saremo preparati senza un continuo e costante aggiornamento. Emerge dunque il concetto di “Life Long Learning”, ovvero di “apprendimento per tutta la vita”. Un apprendimento continuo si rende quindi necessario ed impone nuovi paradigmi, nuove modalità e nuovi tempi per portare la formazione all’interno delle nostre vite in maniera continuativa. Il modo in cui comunichiamo o interagiamo socialmente viene rivoluzionato costantemente e il modo in cui lavoriamo è completamente diverso da quello di dieci anni fa: con essi, il nostro modo di apprendere evolve e si adatta a nuove tecnologie e nuovi contesti. Sebbene non sia ancora stato digerito lo stato attuale, dobbiamo preparaci al meglio per affrontare le sfide dei prossimi anni, cercando di anticipare il futuro dell’apprendimento e i nuovi scenari che si presenteranno. Gli uffici del personale delle grandi aziende affronteranno le sfide più grandi, poiché dovranno fronteggiare un re-skilling massivo e frequente di tutto l’organico, selezionando con coerenza temi e modalità ed ingaggiando adeguatamente i fruitori in modo da rendere i processi di apprendimento gradevoli ed efficaci.
L’evoluzione del contesto socio-tecnologico
La società odierna è in continuo e rapido mutamento e viene gradualmente ed inesorabilmente condizionata da innovazioni tecnologiche. Queste modificano il nostro modo di muoverci, di interagire con gli altri, di fare acquisti, di fruire servizi e contenuti. Allo stesso tempo condiziona e modula il modo in cui siamo abituati a pensare, in termini di valori, aspirazioni e desideri. Le rivoluzioni tecnologiche hanno sempre portato a cambiamenti socio-culturali importanti, la storia è lì a testimoniarlo. Non c’è motivo di pensare che quella in atto ora sarà priva di implicazioni. Già nell’immediato si sono aperti scenari e mercati impensabili fino a pochissimi anni fa. Contemporaneamente hanno preso forma nuove giurisdizioni e, spesso, nuove forme di comunicazione. Negli ultimi anni abbiamo visto diventare economicamente accessibili e diffuse tecnologie innovative, dalla rete diffusa ovunque alla realtà aumentata. Le nuove connessioni 5G amplieranno ancora di più le possibilità di comunicazione e scambio dati a velocità impensabili anche solo 10 anni fa e tutto sarà supportato da nuovi calcolatori quantistici (con capacità di calcolo fino a 200 milioni di volte superiori agli attuali PC) che, realisticamente, diventeranno accessibili quanto i tablet di oggi. La realtà virtuale, ad esempio, è già oggi in grado di trasportarci ed immergerci efficacemente in mondi e contesti completamente creati al computer. La realtà aumentata può erogare informazioni multimediali in maniera direttamente connessa a ciò che vediamo e tocchiamo. L’intelligenza artificiale riesce a comprendere il nostro linguaggio, dando una dimensione sempre più realistica e naturale all’interazione uomo-macchina. Nello stesso tempo si alimenta ed impara grazie alla mole di informazioni (Big Data) che generiamo tramite l’utilizzo di prodotti digitali: questo apprendimento asincrono e continuo restituisce significati e connessioni invisibili alla mente umana. Robot e droni acquisiscono indipendenza ed autonomia e sono già in grado di aiutare o sostituire l’uomo in numerose attività. Internet ha abbattuto il muro delle persone ed è già realtà in auto, case, elettrodomestici e oggetti. I primi veicoli a guida autonoma circolano nei grandi centri urbani e il mondo dei trasporti sta gradualmente tornando all’energia elettrica. Nel frattempo, i cambiamenti climatici stravolgono il pianeta con frequenza sempre maggiore, l’età media dell’uomo continua ad aumentare e la popolazione si concentra sempre più in immense aree urbane a scapito dei piccoli centri. I flussi migratori si intensificano ed interessano numerose aree di confine dei paesi industrializzati. I pagamenti tramite smartphone sono una realtà consolidata e i bitcoin ci hanno dimostrato come un’economia decentralizzata sia possibile e facilmente implementabile tramite tecnologie distribuite come la blockchain. La manifattura additiva mantiene un trend crescente e viene incontro alle esigenze di personalizzazione dei mercati contemporanei. Un numero crescente di parti ed organi del nostro corpo è sostituibile con un surrogato artificiale. Risorge interesse nella conquista dello spazio e dell’orbita terrestre e nascono impensabili società private per il lancio di nano satelliti.
Come evolverà quindi l’apprendimento e la formazione aziendale?
È evidente che l’apprendimento passi rapidamente da strutturato e pianificato ad una dinamica on demand, granularizzata e correlata alla performance. Il discente sarà raramente l’alunno di un’aula frontale. Sarà sempre più spesso, invece, il lavoratore che interroga la rete tramite il proprio assistente vocale, lo studente di medicina che affronta le prime operazioni in un ambiente simulato in realtà virtuale, l’operatore sul campo che riceve preziose indicazioni aumentate direttamente nel proprio campo visivo ma anche il manager che presenzia la sala conferenze dall’auto mentre quest’ultima sta autonomamente guidando su percorso alternativo per evitare il traffico congestionato, l’operatore logistico che orchestrerà complessi sistemi di trasporto interno col supporto di intelligenze artificiali e voluminosi flussi di dati, sarà la conferenza internazionale dove ognuno potrà parlare la propria lingua senza aver lasciato il salotto di casa e il talent manager che visiona gli ultimi 20 curricula dopo che il sistema di recruiting ha già vagliato 20.000 auto candidati. Il ruolo dell’azienda sarà quello di predisporre e facilitare tali flussi con lo scopo di minimizzare gli attriti nell’accesso alle informazioni ed ai sistemi di apprendimento e supporto. Dovrà inoltre concentrare gli sforzi sull’esperienza dell’utente, curando nel dettaglio l’usabilità e le interfacce utente, ricreando familiarità e connessione nella pletora di strumenti proposti ai lavoratori. L’inferno delle password e degli account dovrà essere sostituito da sistemi di autenticazione biometrica. Gli strumenti di collaborazione e gestione progetti diverranno centrali per qualsiasi task. L’uniformità di interfacce e la gestione dinamica di strumenti e features dovrà inoltre mirare alla riduzione del gap di destrezza digitale.
Digital Dexterity Gap
Per “Digital Dexterity” o “Destrezza Digitale” intendiamo la capacità di un individuo di sfruttare al meglio gli strumenti digitali e le nuove tecnologie per avere un’efficienza maggiore nel proprio ruolo ed aumentare il valore della propria performance. Il gap, che cresce con il moltiplicarsi degli strumenti a disposizione e con l’avvento di nuove tecnologie, consiste nella differenza tra quanto siamo in grado di utilizzare gli strumenti digitali e quanto potremmo fare potenzialmente con essi. Immaginiamo ad esempio che tutto il nostro organico abbia a disposizione uno smartphone aziendale con accesso a strumenti come e-mail, skype, ecc., ma nessuno sia in grado di utilizzarlo. Tutti hanno un potente strumento tra le mani, ma l’inabilità di utilizzo lo rende praticamente inutile. Colmare il gap di destrezza digitale significa quindi cercare di riempire il divario tra potenzialità e realtà tramite un processo di formazione. È quindi palese come un ipotetico corso sull’utilizzo dello smartphone possa far impennare la redditività e la performance di tutti i dipendenti che si trovano spesso in viaggio. Chiaramente, tale esempio non rispecchia la realtà dei nostri giorni ma ci serve a comprendere quanto la formazione abbia una nuova forte componente oltre al “saper fare”, ovvero il “saper utilizzare”.
Micro Learning
I nuovi stili di vita, i veloci cambiamenti, i tempi ridotti e la società iperconnessa impongono quindi di reinventare i paradigmi con cui eroghiamo e fruiamo contenuti formativi. Abbiamo visto come il Micro Learning ed il “chuncking” dei contenuti siano diventati uno standard sempre più adottato e sempre più adeguato a gestire il cambiamento. Forzare il discente a dedicate sessioni di formazione perde infatti appeal ed efficacia, mentre erogare micro-contenuti formativi essenziali e ben strutturati risulta un approccio più efficace di proporre formazione soprattutto in ambito aziendale. Anche in questo caso le tecnologie mobile come tablet e smartphone hanno imposto, insieme alla loro adozione di massa, dei nuovi paradigmi e nuove forme di fruire contenuti influenzando radicalmente anche l’evoluzione della nostra struttura mentale. La trasformazione digitale in atto è infatti un mindset al quale non possiamo sottrarci ma che possiamo, con poche accortezze, volgere a nostro favore.
Come muoversi?
Disegnare una strategia efficace è un obiettivo sfidante ma necessario. È fondamentale partire da un assessment dettagliato dello stato attuale, individuare lacune o mancanze e definire le priorità. Skillare il proprio organico con le competenze adeguate, oltre che con il know-how di mestiere, è una delle chiavi di questa sfida. Individuare le giuste competenze e le giuste modalità è spesso la chiave verso il successo di queste iniziative che porteranno sul lungo termine non solo una workforce più dinamica e propositiva, ma anche dei team in grado di creare valore con il loro contributo. Il 5 febbraio abbiamo approfondito l’argomento in un nostro webinar gratuito. Scopri di più su SlideShare
Lucio Monterubbiano