Si va verso un modello dell’apprendimento più interattivo e personalizzato. Federico Amicucci (Skilla): “Il ruolo dei formatori è destinato a evolversi, così come le dinamiche in aula. Eliminare il contatto umano a favore di un’interazione esclusiva con le macchine rischierebbe però di impoverire l’esperienza educativa”
L’uso dell’intelligenza artificiale generativa tra i banchi di scuola è nuova linfa per un dibattito ormai antico sul corretto uso delle nuove tecnologie per l’apprendimento. Mentre ancora si discute su se sia giusto o meno vietare lo smartphone in classe, il rischio, non così latente, è quello di divaricare ancor più la distanza delle generazioni che a scuola convivono e si confrontano. (…)
Mentre si assiste quindi all’annoso scontro tra apocalittici e integrati, aumenta il divario tecnologico e generazionale tra studenti e insegnanti. Calandosi nel dibattito per cercare una sintesi, la chiave sembra ancora e sempre una: considerare l’AI come strumento, utensile all’apprendimento. […]
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