Perché la salute e la sicurezza sul lavoro contano così tanto ai giorni nostri?
La salute e la sicurezza sul lavoro non sono solo obblighi di legge. Sono un elemento fondamentale per garantire il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici.
La 110^ Conferenza Internazionale del Lavoro ha riconosciuto la salute e la sicurezza come uno dei princìpi e dei diritti fondamentali del lavoro. Tutti gli Stati membri dell’OIL (o ILO) si sono impegnati a rispettare e promuovere il diritto a un ambiente di lavoro sano e sicuro.
In un mondo del lavoro che ha al centro il benessere della persona, la formazione specifica in materia di salute e sicurezza, l’informazione e l’addestramento rappresentano un dovere per il datore di lavoro, ma anche e soprattutto la realizzazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a un ambiente di lavoro sano e sicuro.
Salute è equilibrio nel proprio essere al mondo: una chiave di lettura filosofica
Cosa significa per la persona vivere in un luogo di lavoro sano e sicuro?
Nonostante un’organizzazione internazionale come l’ILO abbia riconosciuto il diritto ad un ambiente di lavoro sano e sicuro, non tutte le persone potrebbero avere chiaro il significato profondo e la portata di questo passaggio, perché implica il riconoscimento di un nesso molto stretto tra lo stato di salute di una persona e il suo essere nel mondo.
L’OMS ha definito la salute come «stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non una mera assenza di malattia o infermità».
Non una mera assenza di malattia. Questo passaggio è molto importante.
La carta di Ottawa compie concettualmente un altro passo avanti, anche la realizzazione personale viene considerata in rapporto al contesto in cui le persone sono inserite: “una persona o un gruppo di persone devono essere in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, i propri bisogni e devono avere la possibilità di cambiare ed adattarsi contestualmente all’ambiente in cui si trovano”.
Tale definizione restituisce un modo di intendere la persona come “situata” e la salute della persona come un complesso dinamico di adattamento all’ambiente in cui questa è inserita, insieme ad altre persone.
L’unione di queste due definizioni è la chiave per comprendere il rapporto che lega lo stato di salute di lavoratori e lavoratrici al contesto specifico in cui si trovano ad operare.
Se è vero che le persone sono sempre in un “qui e ora” e se questa relazione tra le persone e il “qui ed ora” è ciò che determina il loro stato di salute (in senso ampio), per tutelare adeguatamente la loro salute (e la sicurezza), è necessario che il luogo in cui passano la maggior parte della loro giornata, il luogo di lavoro, sia sano e sicuro.
Il Peso del Settore Professionale: Rischi e Formazione
Qual è il primo passo per rendere il proprio posto di lavoro sano e sicuro?
Prendiamo ad esempio i settori Retail e GDO.
Come evidenziato dall’INAIL, questi settori presentano tipicamente rischi legati alla movimentazione manuale dei carichi, all’esposizione a sostanze pericolose e al contatto con il pubblico.
Considerando anche le schede Malprof, schede informative che analizzano le principali patologie professionali, al fine di individuare i fattori di rischio per la salute e le misure preventive per ridurne l’incidenza, si ottiene un quadro più ricco e molto più ampio dei rischi presenti in questi luoghi di lavoro.
La scheda n. 10 mostra che nella vendita al dettaglio si svolgono diversi tipi di attività:
- la sistemazione delle merci in appositi ripiani di scaffalature,
- l’allestimento delle vetrine di esposizione,
- la pulizia e la sistemazione del negozio e l’attività di vendita al pubblico.
In relazione a queste attività, i principali fattori di rischio per la salute delle persone che ci lavorano sono:
- posture fisse mantenute per lunghi periodi di tempo (per esempio la postura in piedi);
- la movimentazione manuale dei carichi per la sistemazione di scatole e merci;
- i movimenti ripetuti degli arti superiori durante le operazioni di cassa;
- il rischio di stress lavoro-correlato da contatto con il pubblico e la paura di furti e rapine;
- il contatto o inalazione di agenti chimici o biologici anche allergizzanti durante le operazioni di pulizia o per dispersione delle sostanze vendute da confezioni danneggiate;
- microclima inadatto spesso legato a un condizionamento dell’aria inadeguato; affaticamento visivo da cattiva illuminazione dei locali o intensa attività al videoterminale;
- affaticamento acustico per il rumore prodotto dalle macchine e dalla musica che spesso viene trasmessa nei punti vendita;
- inoltre, possono essere presenti vari fattori di rischio di tipo infortunistico quali scivolamenti, cadute dall’alto, tagli e punture.
Una formazione, una informazione e un addestramento verticali rispetto al proprio contesto lavorativo rappresentano il primo passo per rendere il posto di lavoro un luogo sano e sicuro. Ma affinché una formazione diventi davvero efficace, ossia in grado di indurre davvero un cambiamento, deve diventare personale.
Solo acquisendo una consapevolezza profonda di questi concetti, il “qui e ora” in cui le persone vivono, può diventare il luogo di lavoro sano e sicuro in cui diventare soggetti attivi che mettono in campo, ogni giorno, il meglio di sé.
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