La formazione aziendale, in un contesto complesso e dinamico che trasforma profondamente le logiche e le dinamiche competitive, è chiamata ad una duplice sfida: innovare sé stessa per innovare l’azienda. Deve infatti confrontarsi con i cambiamenti del paesaggio culturale, tecnologico, sociale, organizzativo ed economico, trasformando quindi le proprie strategie e le proprie azioni. Cosa significa innovare la formazione? Dove inizia il processo di trasformazione e di evoluzione? Inizia dalle persone, coloro che gestiscono il processo di creazione, organizzazione e diffusione della conoscenza all’interno dell’azienda. Rientrano nella categoria di formatore 2.0 tutti i soggetti coinvolti in maniera attiva nel processo di condivisione del sapere: dall’analisi dei fabbisogni, alla progettazione di percorsi e risorse, dall’erogazione fino al presidio e all’affiancamento on the job. Per affrontare, gestire e guidare il cambiamento, il formatore deve evolvere, diventare 2.0. Deve necessariamente arricchire il suo bagaglio di competenze. In questo senso il tema delle competenze digitali diventa prioritario. Il requisito minimo, anche se non sufficiente, per pratiche di social learning digitale è la diffusione di uno “standard minimo di competenze digitali” posseduto dall’insieme delle persone dell’organizzazione, a partire dal formatore. Il formatore diventa quindi protagonista e attivatore del cambiamento attraverso una formazione 2.0, ovvero:
- continua e pervasiva
- sostenibile, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e delle conoscenze interne
- innovativa dal punto di vista multimediale e maggiormente efficace.
Ma come evolve il formatore? Quali gli step verso un ruolo più evoluto e consapevole? Eccoli nel dettaglio:
- prendere consapevolezza del cambiamento che investe il ruolo del formatore (da insegnante a facilitatore dell’apprendimento)
- acquisire i principali strumenti digitali per rendere più efficace la gestione dell’intera filiera del processo formativo
- operare con maggior efficacia nella progettazione dei percorsi formativi e nella creazione di contenuti
- migliorare la fase di erogazione delle aule, utilizzando appieno tutte le potenzialità che il web e le nuove tecnologie offrono
- gestire il post aula, con particolare riferimento alla gestione di community online
- promuovere una cultura digitale e l’attitudine all’autoapprendimento attraverso una formazione 2.0
- saper trasferire le nuove competenze digitali al tutti gli utenti in un processo a cascata.
Le competenze digitali a supporto possono essere raggruppate in 4 macro-categorie:
Competenza 1: RICERCARE FONTI E CONTENUTI IN RETE
Ovvero come ricercare velocemente i contenuti, contatti, siti specializzati e soprattutto verificarne la validità. E poi selezionare, filtrare e adattare le fonti per ogni specifica esigenza e per ogni target.
Competenza 2: ORGANIZZARE, CLASSIFICARE E CONDIVIDERE I CONTENUTI S
ignifica saper ricorrere all’uso di ambienti interni ed esterni per ordinare e classificare i contenuti. Inoltre diventa sempre più importante saper progettare in team condividendo progetti e materiali in ambienti di co-working, con l’obiettivo della capitalizzazione e della riusabilità dei contenuti formativi.
Competenza 3: CREARE CONTENUTI COINVOLGENTI
Facilitare l’apprendimento significa cercare e sperimentare nuovi linguaggi e nuovi approcci formativi. Le principali digital skill da sviluppare a questo proposito riguardano le capacità di ricercare online tool multimediali per sviluppare risorse ad alto impatto comunicativo, piacevoli, ingaggianti, anche su materie e discipline molto tecniche. Il formatore di nuova generazione, infatti, coinvolge i partecipanti nella creazione di contenuti digitali. Riutilizza il patrimonio di filmati, immagini, pillole formative, già acquisite in azienda.
Competenza 4: MIXARE E FAR EVOLVERE VERSO IL DIGITALE
Attivare percorsi blended significa mixare risorse, portando l’aula ad una dimensione più esperienziale e meno erogativa. L’aula non scompare ma evolve e diventa il momento centrale di un percorso più strutturato e articolato, fatto di risorse digitali e momenti di autoapprendimento guidato. In particolare diventa fondamentale saper gestire il post aula con gli strumenti digitali e social per un coinvolgimento ed un supporto costante. Come? Attraverso:
- community
- autoapprendimento
- project work
- certificazioni
Diventa quindi evidente che le competenze del formatore 2.0 non sono solo di carattere tecnico-digitale, ma soprattutto di comprensione e presidio delle dinamiche del cambiamento del contesto formativo. Cambiano sì gli strumenti, ma prima di tutto cambiano gli obiettivi della formazione e i destinatari, sempre più digitali e quindi sempre meno passivi, fino a diventare essi stessi creatori di contenuti. È l’evoluzione dell’utente in prosumer (consumer + producer) che proprio grazie agli strumenti digitali interagisce, condivide e definisce spazi e situazioni nuove per la capitalizzazione del sapere e la diffusione di best practice. È quindi evidente che in un’economia basata su conoscenza e innovazione, la gestione consapevole delle nuove tecnologie multimediali porteranno a nuove forme di produzione e condivisione del sapere e della conoscenza per uno sviluppo aziendale sempre più sostenibile, competitivo e inclusivo.
Lorena Patacchini