Approfondimenti

L’impiego dei video nella formazione

L’uso dei video è diventato per noi un compagno di viaggio non solo indispensabile, ma insostituibile.

Si apre così l’intervento di Giovanni Bonaiuti, dottore di ricerca in “Qualità della formazione” e professore di Didattica generale presso il Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università di Cagliari, durante la Lectio Magistralis “L’impiego dei video nella formazione online” del filone Learning di Exploring the Future (il progetto di Open Education curato da Skilla).

Viviamo in un periodo storico in cui i video sono una delle forme di comunicazione maggiormente utilizzate: i social media sfruttano i video sia per comunicare che per intrattenere, i contenuti video sono sempre più fruibili da diverse piattaforme streaming e non, ed in ultimo la recente pandemia mondiale ha spesso relegato la comunicazione alla forma video, si pensi alla videochiamata. In uno scenario come questo, parlare dell’impiego dei video nella formazione online potrebbe sembrare scontato, ma in realtà, come spiegato dal docente Bonaiuti, le riflessioni sull’impiego dei video nella formazione online sono molteplici e assolutamente non banali.

Le specificità dei video rispetto ad altri media

L’argomento è in realtà assai complesso e per questo Bonaiuti decide di articolare la sua Lectio in tre blocchi: la prima domanda che il professore ci pone è se la forma video ha delle sue specificità diverse dalla scrittura, o dalla forma audio in sé. Il focus naturalmente rimane sul modo di apprendere tramite video, e ci si chiede se l’utilizzo di questo mezzo nella formazione online comporti dei cambiamenti, non solo a livello formativo, ma anche a livello comportamentale e più ampiamente sociale.

Bonaiuti cita gli studi di Raffaele Simone e Giovanni Sartori e la loro visione dell’immagine che, con la sua capacità di gratificare e di divertire, porta a uno spodestamento della parola. Parola che ha avuto il grande compito nella storia della nostra civiltà di aiutare l’uomo a migliorare sé stesso portandolo a pensare in maniera razionale, e a dar vita alla logica e alla scienza. Il linguaggio dell’immagine è invece più disarticolato, ed è un linguaggio ingannevole, in quanto, afferma Simone, ci porta a credere in ciò che si vede in maniera irriflessiva.

L’uso dei video, continua Bonaiuti, è quindi soggetto ad alcuni rischi che vanno perciò analizzati. Il mezzo usato per l’apprendimento cambia effettivamente la forma del pensiero? Per questo quesito ci viene incontro la letteratura comparativa, la quale afferma che nei diversi mezzi usati per tenere ad esempio una lezione (aula, lezione radio-trasmessa o altro) non sono state riscontrate significative differenze attribuibili direttamente agli strumenti. La reale differenza sta nel come questi strumenti sono poi utilizzati: entra perciò in ballo la figura dell’insegnante o di chi tiene la lezione. C’è quindi maggiore differenza tra le tipologie di contenuto che di formato. Se infatti ci soffermiamo sull’aspetto cognitivo, continua Bonaiuti, ci rendiamo conto di come al cambiare del modo con cui un contenuto viene esplicato (che sia la lettura, l’ascolto, o la visione), non si ha un mutamento dei meccanismi cognitivi, che infatti, coinvolgono aree cerebrali molto simili.

La letteratura di ricerca sull’efficacia dei video

Il video, continua Bonaiuti, come altri stimoli sensoriali, attiva dei processi complessi. La visione di un video, porta perciò alla comprensione che a sua volta attiva degli schemi, ovvero delle preconoscenze, le quali guidano l’apprendimento. Da queste preconoscenze scaturiscono le emozioni, che ci portano ad avere delle risposte somatiche molto diverse per ognuno di noi.

Il video, in quanto oggetto multimediale, inglobando in sé suoni, immagini e parole, fa sì che vi sia un aumento delle risposte somatiche, le quali diventano più rapide. Pertanto, il video porta a dover esercitare un maggior controllo di quello che viene chiamato carico cognitivo (Sweller, 1994). La teoria del carico cognitivo suggerisce di adattare il compito, vale a dire il carico, agli schemi, intesi come le nostre costruzioni mentali preesistenti e già disponibili.

La teoria del carico cognitivo è alla base dei principi del Multimedia Learning proposti da Richard Mayer allo scopo di favorire la produzione di contenuti multimediali efficaci, afferma Bonaiuti. Un esempio di principio che entra in campo e quello della coerenza: se utilizziamo un video per scopi formativi, andrebbe evitato l’uso di dettagli che possono spostare l’attenzione dal concetto a, per esempio, un oggetto presente all’interno del video.

 

Le tipologie di video

Bonaiuti continua il suo intervento andando ad esplicare quelli che sono i tre compiti cruciali dell’insegnamento: attivare, vale a dire attivare le preconoscenze, fornire terminologia in anticipo, esplicitare gli obiettivi prima della lezione, informare sul risultato atteso, impostare livelli di sfida adeguati. Il secondo compito è poi quello di esporre, ovvero focalizzarci sui punti essenziali, mostrare passo passo la soluzione dei problemi, curare la chiarezza della propria esposizione. L’ultimo compito è quello dell’accompagnare, vale a dire fornire riscontri, dare delle valutazioni, fare piccoli lavori di gruppo. Pertanto, è di fondamentale importanza capire quando e dove è significativo l’utilizzo dei video per poter rendere più performante l’insegnamento. Bonaiuti afferma che ci sono video di diverse tipologie, utilizzabili in momenti diversi e con finalità disparate. Per esempio, l’utilizzo di materiale multimediale può essere finalizzato alla presentazione degli obiettivi, all’esposizione dei contenuti, o come attività pratica per poi fornire dei riscontri al discente.

In tutti i casi però i video richiedono degli accorgimenti simili tra cui: la brevità, il focus deve essere sull’argomento della lezione, proprio perché l’elaborazione focalizzata è limitata; bisogna avere cautela circa la quantità di informazioni veicolate dal video e; in ultimo è importante porre attenzione ai possibili fraintendimenti e alle possibilità di visioni parziali o riduttive.

Il professor Bonaiuti afferma che pertanto esistono video che possono essere ad esempio utilizzati per l’attivazione cognitiva: incuriosire, attivare e costruire le preconoscenze, come, per esempio, dei documentari, dei video storici o delle interviste.

Ci sono poi video per far strutturare nuove conoscenze, che spiegano quindi dei fenomeni presentandoli passo passo dal semplice al complesso. È fondamentale anche invitare a rivedere i contenuti, magari usando check list e dispense collegate, afferma Bonaiuti. Significativo è anche l’uso di videolezioni, di tutorial, della virtual reality o video interattivi per accrescere le conoscenze.

Esistono poi video per accompagnare l’esperienza pratica. Bonaiuti cita Confucio e il suo “se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”, affermando che ci sono tre principali situazioni per usare i video in modo paratico: invitare il discente a produrre dei contenuti; invitare il discente a osservare, discutere e riflettere sui contenuti; ed infine far sì che il discente agisca per poi rivedere e riflettere sulle sue pratiche.

Lo studente è al centro del processo formativo, grazie anche al fatto che possiamo interrogarci su quali sono i meccanismi cognitivi che si attivano durante la visione di un video nel processo di apprendimento del discente. Questo fa sì che ci sia una personalizzazione maggiore della lezione sulle necessità del singolo, il quale reagisce a suo modo agli spunti che il video ha prodotto. In conclusione Bonaiuti afferma che, nella didattica ciò che lo studente fa è più importante nel determinare cosa viene appreso rispetto a quello che fa l’insegnante (Shuell, 1986), ricordandoci che il discente dovrebbe sempre essere al centro della dimensione didattica, valorizzandone il suo ruolo fondamentale nel processo di costruzione della conoscenza.

Se non hai potuto partecipare all’evento “L’impiego dei video nella formazione” puoi vederne qui di seguito un abstract:

Scritto da: Marika Gatti il 29 Giugno 2021

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