Un primo, timido, ma pur sempre significativo passo: è dei giorni scorsi l’approvazione pressoché unanime, da parte della Camera, della proposta di legge che introduce – seppur solo a partire dalla secondaria di primo grado, in via sperimentale e su base volontaria – l’insegnamento delle non cognitive skill a scuola.
Mentre in paesi come Finlandia e Danimarca, spesso giustamente citati a modello per i loro sistemi scolastici, l’ora di empatia è incardinata nell’orario obbligatorio, nel nostro Paese su questo fronte resta ancora molta strada da fare: la terza indagine internazionale sull’educazione civica e per la cittadinanza International Civic and Citizenship Education Study (ICCS) promossa dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement), evidenzia come l’assenza di un’educazione alle competenze sociali ed emotive nei percorsi per studenti e docenti sia uno dei talloni d’achille del nostro sistema scolastico.
Eppure i segnali che arrivano dal mondo del lavoro sono chiari e sempre più forti: basti pensare, solo per citare un esempio, che secondo il World Economic Forum una competenza come l’intelligenza emotiva risulta fra le dieci skill in assoluto più importanti e richieste.
La necessità di coltivare queste competenze fin dai banchi di scuola, anche attraverso modelli formativi diversi rispetto a quello tradizionale, è un tema che da sempre ci sta a cuore e a cui nel 2020 abbiamo dedicato anche un evento del percorso Maps for Future.
Per leggere l’articolo completo clicca qui