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Senza le donne? Non se ne parla

In questo ultimo appuntamento del filone MegaTrend dal titolo Senza le donne? Non se ne parla, le due protagoniste al femminile sono: Luisa Torsi professoressa ordinaria di Chimica presso l’Università degli Studi di Bari “A. Moro” e visiting professor presso la Abo Academy University in Finlandia. Prima donna al mondo ad aver ricevuto il premio internazionale Henrick Emmanuel Merck e fra gli scienziati top 2% al mondo. Nel 2021 le è stata attribuita la Wilhelm Exner Medal dall’Associazione Austriaca degli Industriali ed è annoverata fra le 100 esperte nell’ambito delle Science, Technology, Engineering and Mathematics. Accanto a lei in conclusione di questa Lectio, Paola Catapano, CERN – Editorial Content production section leader and science communicator, definita l’emblema della contemporaneità per la sua capacità di coniugare sapere scientifico e spirito di avventura che, attraverso i racconti delle sue escursioni nell’artico, fa emergere i risultati dell’inquinamento dovuto all’attività umana.

Parlare di donne è ancora un argomento divisivo

Oggi il tema della parità di genere continua ad essere attuale, con stime che ci dicono che occorreranno più di 200 anni per colmare il gap salariale tra donne e uomini; le donne vengono pagate circa il 17% in meno nei settori pubblici come l’università e addirittura il 24% in meno nei settori privati. Situazione che non tende a migliorare.

She Figures, è il documento della commissione europea che fotografa la situazione dell’accademia europea e che quindi fa riferimento a tutti i docenti universitari dell’intera Europa. Nonostante il numero di studentesse sia superiore rispetto agli studenti, man mano che si sale nella carriera da ricercatore, dove si ha una percentuale di donne pari al 47%, si arriva soltanto al 26% nella posizione di professore ordinario, percentuale che diminuisce sempre di più man mano che si sale verso le posizioni apicali. Addirittura, nel campo delle STEM essendoci poche ragazze che si iscrivono, il numero di professoresse ordinarie è pari solo al 15%.

L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è Uguaglianza di genere e se falliremo in questo, saranno compromessi a catena tutti gli altri goal, in quanto verranno meno i quattro principi su cui si basa la sostenibilità:

  • Diritto
  • Uguaglianza
  • Libertà
  • Giustizia

Le donne, la seconda metà del cielo, come afferma anche l’ONU, subiscono da sempre la più grande violazione dei diritti umani che la nostra civiltà abbia mai conosciuto. Se il mezzo attraverso il quale misuriamo il nostro cammino verso la civiltà è rappresentato dalla considerazione che hanno le donne in questa società, è chiaro allora che c’è ancora molto da fare.

È allarmante pensare che oltre il 90% delle persone tra uomini e donne, conserva un retaggio che lo porta a discriminare il genere femminile.

La scienza può insegnarci a renderci tutti neutrali, ponendoci tutti nella stessa posizione di partenza, oltrepassando le disuguaglianze, nonostante nei secoli scorsi anch’essa abbia dovuto rendere rapporto alla comunità scientifica che ha tenuto donne come Marie Curie ai margini, perseguitate da pregiudizi, retaggi giuridici e psicologici che si fanno strada tutt’ora, ma che, con la giusta educazione, possono essere scardinati.

Quali sono i passi da compiere contro la disuguaglianza?

  • Non essere neutrali

Il primo passo potrebbe essere non essere neutrali, ma esprimere il nostro dissenso prendendo posizione contro questi pregiudizi.

No Women no Panel, è il titolo della campagna promossa dalla commissaria europea Mariya Gabriel, con focus su una tematica importante: il dibattito pubblico è dominato dalle figure maschili ma, sull’onda della pressione esercitata dalle campagne a favore delle donne, qualcuna riesce a rientrare in questi gruppi di discussione. Quando una donna viene invitata a far parte di un panel, se si rende conto che il genere femminile è largamente minoritario, deve declinare l’invito spiegando che non ritiene di far parte di un gruppo in cui il genere, tipicamente sottorappresentato, continua ad essere tale.

Una donna che entra in un contesto di uomini non si deve considerare come migliore, ha un dovere verso le altre donne, ossia quello di portarle con se.

  • Sostenere modelli di leadership al femminile

Il secondo passo è quello di sostenere modelli di leadership al femminile, riconoscendo quanto la collettività debba alle donne.

Rosalind Franklin cristallografa assunta negli anni ‘50 dal Kings College per studiare la struttura del DNA, lavorava nello stesso dipartimento e sulle stesse tematiche di Wilkins, Watson, Crick, i quali vinsero il premio Nobel per aver scoperto la struttura a doppia elica del DNA, premio per il quale lei però non fu annoverata. Fu assunta da Wilkins, convinta di doversi occupare di un progetto autonomo, l’intenzione dell’uomo era in realtà farla diventare la sua assistente. Tuttavia, in quanto autorevole e capace, la Franklin si pose sempre in maniera determinata rispetto a questa questione, venendo considerata come una donna dal carattere difficile, considerazione che per un uomo avrebbe determinato al contrario una dote positiva.

Un altro esempio è Lise Meitner, fisica che lavorava con Otto Hahn, il quale vinse il premio Nobel per la chimica.  Lei fu la stessa che scoprì l’effetto Auger, effetto che prese il nome da Pierre Victor Auger, fisico col quale lei lavorò. Entrambi gli eventi furono la dimostrazione del mancato riconoscimento del suo lavoro.

  • Educare i più piccoli alla parità

Il terzo passo è educare i più piccoli ad una suddivisione più equa delle responsabilità, delle faccende familiari, domestiche.

Riprendendo le parole di Luisa Torsi: “Si pensa che la figura della mamma sia insostituibile e che una maternità a tutto tondo sia difficilmente compatibile con una carriera rampante come quella accademica, ad esempio. Non sta scritto da nessuna parte che chi ha una famiglia che segue, non può avere una carriera felice, una carriera importante nella quale si punta a raggiungere una posizione apicale in un tempo relativamente breve. Il segreto è scegliersi il compagno giusto, una persona che abbia voglia di condividere un percorso di vita con noi. Insegnare alle persone che ci stanno intorno che la nostra felicità non è qualcosa che può essere barattata; la nostra felicità è parte integrante della felicità della famiglia e una famiglia che è equilibrata e vuole raggiungere obbiettivi comuni deve mettere tutti nelle condizioni di raggiungere il proprio potenziale più elevato”.

Il modello di chi soddisfa e raggiunge le proprie aspirazioni e di chi è sempre rinunciatario non va più bene.

C’è un elemento importante alla base della disparità di genere, si tratta di diritti umani e, presa coscienza delle disparità, bisogna porre rimedio ripercorrere i tre passi che abbiamo appena citato.

Se avessi avuto difficoltà a guarda l’evento completo puoi guardarne l’abstract qui di seguito:

Scritto da: Floriana Caruso il 17 Novembre 2021

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