Approfondimenti

Sesvil, una partnership di valore e l’importanza della formazione blended

Sesvil S.r.l. nasce nel 2001 a Brescia dall’intuizione di Massimiliano Bergomi, CEO e fondatore, come società di ricerca e selezione del personale per le PMI.
Da allora, Sesvil porta avanti l’obiettivo di favorire il benessere dei lavoratori e delle aziende avvalendosi dal 2022 di una solida partnership con Skilla, con cui condivide la passione per la formazione, l’innovazione e soprattutto le persone.
Oggi intervistiamo proprio Massimiliano Bergomi, che ci parlerà di questa realtà e di com’è nata la collaborazione con Skilla.

Ci racconta un po’ di Sesvil?

Sesvil è stata fondata nel 2001 come società di ricerca e selezione del personale, ma anche di formazione e consulenza in ambito HR. Oggi copriamo tutte le esigenze legate al tema della gestione del personale.
Negli anni ci siamo specializzati nella valutazione e nello sviluppo delle soft skills, che utilizziamo nei processi di selezione e valutazione del personale già inserito in azienda e più in generale nell’analisi dei desideri formativi delle persone.
Parliamo di desideri e non di bisogni perché crediamo fermamente che la mission della formazione sia la crescita delle persone in tutti i sensi, non solo da un punto di vista aziendale e professionale.
La nostra attività di formazione ha infatti un forte focus sulle soft skills che ci ha portati a creare il polo formativo Sesvil University, accreditato dalla Regione Lombardia per la formazione continua.
Come Sesvil abbiamo poi deciso di adottare un approccio formativo all’avanguardia, includendo nel nostro metodo laboratoriale l’e-learning, di cui conoscevamo le potenzialità.

Come nasce la partnership con Skilla?

La partnership con Skilla nasce proprio dal focus sulle soft skills che ci accomuna, ma anche dall’esigenza di interagire e interloquire con una formazione blended.
Cercavamo un partner all’altezza delle nostre aspettative e che avesse un metodo e una credibilità sul mercato molto ben definiti.
Abbiamo quindi individuato Skilla e l’abbiamo ritenuta assolutamente interessante dal punto di vista contenutistico e complementare alle nostre esigenze.
Abbiamo lavorato insieme per arrivare ad una partnership a metà del 2022, la quale siamo convinti potrà darci una marcia in più nel soddisfare i nostri clienti. Per esempio, già nella seconda metà del 2022 siamo già riusciti a inserire dei pacchetti di pillole in alcuni progetti sviluppati per dei nostri clienti. Questo ci ha permesso di partire da subito in modo concreto.
Abbiamo poi iscritto un nostro collaboratore alla Masterclass Skilla, il quale ha sicuramente beneficiato di una formazione innovativa da un punto di vista contenutistico, sia per quanto concerne la valenza della formazione, sia per gli strumenti che oggi servono a gestire la formazione blended.

Come si inserisce la Masterclass di Skilla in quest’ottica? Qual è il suo valore aggiunto?

In questo momento stiamo raccogliendo il feedback del nostro collaboratore che sta partecipando. È un feedback assolutamente positivo.
Dai confronti costanti che abbiamo con lui sta venendo fuori una serie di aspetti molto interessanti che riguardano, in particolare, il tema della presentazione e valorizzazione del percorso formativo attraverso nuovi mezzi e campagne mirate di comunicazione.
Questo per noi è un aspetto molto importante, per cui siamo ottimisti rispetto a quello che il nostro collaboratore sta acquisendo e attendiamo che termini la Masterclass per poter concretizzare quanto appreso e progettare nuovi percorsi di formazione blended sempre più innovativi.

Il vostro target di riferimento sono le PMI. Com’è organizzata la formazione all’interno di questa tipologia di aziende?

Il mercato delle PMI dal punto di vista della formazione è molto interessante e molto diverso da quello delle medio-grandi aziende.
Spesso le PMI sono diffidenti rispetto al tema della formazione al di fuori di quella obbligatoria. Questo è un fatto culturale, per cui le PMI sono orientare al “saper fare” ed erroneamente si pensa che le soft skills non rientrino in questo ambito. Eppure, stiamo rilevando nuove esigenze anche nelle piccole e medie imprese. Esse si stanno rendendo conto che di fronte a difficoltà interne, per esempio di leadership o di comunicazione, c’è bisogno di un percorso formativo che vada oltre gli aspetti tecnici.
Quando le aziende sono coinvolte e capiscono il valore aggiunto della formazione, che va davvero a incidere sul cambiamento dei comportamenti delle persone, si crea un rapporto di fiducia. Purtroppo, però, stiamo riscontrando come le PMI spesso non si avvicinino alla formazione per colpa di esperienze passate non sempre positive. Questo è dovuto in parte alla nascita di nuove figure professionali che, pur avendo competenze su tematiche specifiche, mancano di una visione d’insieme rispetto alle tecniche di apprendimento.
Alle aziende occorre, invece, una formazione che abbia effettive basi psicologiche e che sia misurabile in termini di effetti e risultati. Questo è il nostro impegno da quando siamo nati e grazie al quale abbiamo raggiunto una certa credibilità.

Quali sono i temi della formazione che avete riscontrato dai vostri clienti? Come entra in gioco la nostra Skilla Library nell’affrontarli?

L’anno scorso abbiamo condotto un’analisi con il nostro strumento di valutazione delle soft skills coinvolgendo figure dai 30 ai 40 anni in possesso di laurea o diploma. Il risultato di questa analisi ci ha messi di fronte a un quadro quasi paradossale: le soft skills che le aziende richiedono sono risultate carenti.
Ma se da una parte le soft skills sono “innate”, dall’altra esse possono essere apprese con la formazione e con l’esperienza.
Per fortuna, stiamo rilevando come la formazione su queste tematiche stia iniziando a prendere piede nelle grandi aziende, mentre nelle PMI bisogna lavorare ulteriormente sulla cultura aziendale per far capire che la competenza non si esaurisce in quella tecnica.  In particolare, oggi mancano figure con capacità di analisi e capacità di sintesi. Tutte le aziende collezionano oggi grandi moli di dati ma capita spesso che non ci sia nessuno che sappia estrapolare quelli importanti o che sappia dare loro un significato. E ancora: la leadership, la gestione del tempo, l’orientamento al risultato sono tutte soft skills che oggi risultano carenti.
Questo si riflette nel modo in cui stiamo lavorando rispetto alla vostra offerta formativa che punta molto sui processi di cambiamento. Le persone, per poter apprendere nuove competenze, devono essere in grado di cambiare. Se non si lavora prima su questo processo si vanificano tutti gli sforzi per apprendere nuove skills. Quindi, queste sono le aree su cui prestiamo particolare attenzione rispetto alla vostra offerta formativa e alla Skilla Library.

Quali sono i top trend del mercato del lavoro che riscontrate?

Il mercato del lavoro vive oggi un momento che definirei a dir poco complesso.
Da una parte abbiamo il fenomeno della “Great Resignation” che ha iniziato a diffondersi anche in Italia con sempre più persone che abbandonano il posto di lavoro.
Abbiamo poi il Quiet Quitting, ovvero la scelta dei dipendenti di non cambiare lavoro ma di fare solo il minimo indispensabile. Questo è, per me, il fenomeno più preoccupante. Tuttavia, mi chiedo: cosa stanno facendo, nel concreto, le aziende per favorire il coinvolgimento dei dipendenti? È inutile usare il welfare, lo smart working o altri benefit per trattenere i talenti, quando in realtà il problema è la mancanza del senso del lavoro nelle nuove generazioni. Questa mancanza si scontra con aziende che sono ancora ancorate alle logiche del passato e che non riescono a captare la mentalità delle nuove generazioni, come per esempio il loro cambiamento di priorità e della concezione di work-life balance.
Tutto ciò ci mette di fronte alla necessità di cambiare la mentalità e la cultura aziendale.
Un altro problema riguarda, invece, come negli anni abbiamo distrutto la dignità del lavoro manuale, trattando “l’imparare un mestiere” come una punizione e non come una competenza da valorizzare.

Quali sono gli ostacoli più grandi alla formazione e come si possono superare?

I budget, oggi, non rappresentano quasi mai un ostacolo grazie all’emissione di fondi pubblici e interprofessionali per la formazione. Il problema è che, spesso, le aziende non sono in grado di sfruttarli.
Un altro grande ostacolo riguarda la formazione “selettiva”, cioè una formazione realizzata ad hoc per il management, quando essa dovrebbe interessare anche e soprattutto le figure operative che spesso sono in prima linea sia per quanto riguarda la conoscenza tecnica dei prodotti o servizi, sia per quanto concerne l’individuazione di eventuali problematiche.
A noi piace usare il termine “mente d’opera”, perché anche le figure operative devono essere valorizzate con percorsi formativi che le aiutino a sviluppare skill particolari come la visione d’insieme o lo spirito d’iniziativa. In questo senso, i vostri strumenti rendono la formazione molto snella e costituiscono uno strumento di “contaminazione” generale della formazione all’interno dell’organizzazione.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Di recente abbiamo presentato il nostro nuovo catalogo corsi, interamente finanziabili, alla regione Lombardia, cercando di intercettare alcune tematiche fondamentali per le aziende.
Un esempio è il tema degli acquisti e degli approvvigionamenti di materie prime che nell’ultimo anno ha avuto un forte impatto sulle aziende. Un altro tema fondamentale riguarda l’efficienza nelle organizzazioni per cui abbiamo sviluppato percorsi formativi ad hoc.
Altre tematiche che stiamo trattando sono legate alle neuroscienze, in cui rientrano il Neuromarketing e il Neuromanagement, che aiutano a gestire le persone in modo innovativo.
E poi c’è il tema della formazione continua, che per noi è fondamentale. Per questo nel futuro vogliamo portare avanti l’integrazione tra la formazione in aula e la formazione offerta da Skilla.  Grazie alla vostra realtà, storica e strutturata, questa partnership è stata e sarà strategica per andare a completare la nostra offerta.

In conclusione: due parole per definire cosa significa essere partner Skilla.

Sin dal primo approccio abbiamo colto una realtà che ha una storia importante e uno spessore nell’ambito della formazione, ma che al tempo stesso sa porsi con innovazione e freschezza.
Siamo seguiti da persone disponibili che hanno saputo guidarci sin dalle prime vendite e che continuano a farci sentire una realtà considerata. Questa sensazione è molto importante per un partner e ci dà la certezza che questa collaborazione è arrivata al momento giusto e continuerà per molto tempo.

Scritto da: Team Skilla il 1 Marzo 2023

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