Stiamo vivendo una convergenza di cambiamenti epocali con una crescita esponenziale dello sviluppo tecnologico, che richiede nuove categorie di lettura e azione, perché i modelli, l’esperienza, la memoria e le competenze acquisite in passato non sono più adeguati. L’impatto di questi cambiamenti radicali avviene a più livelli organizzativi.
Cambiano le skill richieste, di molte delle quali ancora si ignora che forma prenderanno nei prossimi anni (obiettivi 2025 e 2030). Cambiano i luoghi e i modi di lavorare, che stiamo già forzatamente vivendo con la pandemia, che ha accelerato la remotizzazione del lavoro che prima si stava provando solo in via sperimentale e non massivamente. Impattano sui modelli di business e, più in generale, sul modo di interagire, apprendere e sviluppare socialità, senso, identità e appartenenza all’interno nelle organizzazioni.
Così, per gestire questa complessità servono nuove abilità, approcci e atteggiamenti che vanno provati e allenati tanto quanto i saperi tecnici. La Divisione HR ha una grande responsabilità nell’allenare le cosiddette “soft skill” nelle proprie persone, ovvero competenze trasversali per essere proattivi in un mondo in continuo cambiamento e facilitare l’apprendimento nell’Infosfera. Gli stessi manager dovrebbero essere disposti a rivedere modelli e criteri che non funzionano più per portare a bordo i giovani e ingaggiare una forza lavoro che inizia a dare segni di insofferenza con una crescita preoccupante di dimissioni volontarie.
«L’ascolto attivo, non valutativo, è una competenza da esercitare tutti i giorni, oltre gli schemi che tendiamo a replicare, come pure l’atteggiamento di apprendimento continuo dopo una riunione, un conflitto, un feedback ricevuto. Cosa imparo da questa esperienza? Le occasioni di apprendimento sono ovunque, in ogni momento della giornata lavorativa. Servono consapevolezza e un cambio di passo culturale», afferma Matilde Marandola, presidente Aidp, in occasione dell’incontro organizzato con Asfor “Apprendere nell’Infosfera. Formazione manageriale e direzione HR tra tradizione e innovazione”.
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