Sono diverse e sempre più frequenti in azienda le iniziative e le pratiche di apprendimento, formazione e comunicazione (sia interna che esterna) che fanno ricorso allo storytelling, ovvero a quella metodologia che prevede il racconto, la costruzione e la condivisione di storie ed esperienze, anche autobiografiche, sia da parte del management che dei dipendenti (Fontana, 2011). Lo storytelling, dunque, è un modo innovativo per veicolare valori e facilitare il cambiamento attraverso le storie: lo abbiamo sperimentato nel 2013 con il progetto Be Future Proof, un percorso di comunicazione interna rivolto a tutto il personale Wind e finalizzato a favorire la conoscenza e l’interiorizzazione dei valori aziendali e dei comportamenti chiave ad essi legati. Alle radici di questa tendenza, gli studi sulle comunità di pratica sviluppati negli anni ’90: già l’esperienza dei tecnici riparatori delle fotocopiatrici Xerox – oggetto delle ricerche di John Seely Brown e Paul Duguid (1991) – mostra infatti il potenziale insito nel conversare e condividere storie per socializzare esperienze, esternalizzare conoscenze tacite, innovare pratiche organizzative ormai consolidate (Mormino, 2011). Ma, oltre ad uno strumento per gestire la conoscenza, le storie rappresentano anche una risorsa preziosa per stimolare processi di sense making e, quindi, per costruire significati e identità condivisi: il racconto diventa, infatti, un modo per dare un senso, una forma, a ciò che si sperimenta quotidianamente nella realtà organizzativa. È indubbio, inoltre, che le nuove tecnologie e gli strumenti del web 2.0 offrono, oggi più che in passato, enormi opportunità in azienda per dialogare e condividere storie e vissuti sia con colleghi dispersi geograficamente che con clienti o interlocutori esterni. Nel nostro caso, infatti, il personale della Wind (6.950 persone circa) è stato coinvolto attraverso la intranet aziendale in iniziative di partecipazione a carattere social che hanno previsto, tra le altre, l’utilizzo della metodologia dello storytelling sia nella forma testuale che di immagini e video (il cosiddetto digital storytelling), a partire da 5 valori: Trust, Ambition, Make it Happen, Fast e Focus. Qualche esempio? In Raccontaci una storia i partecipanti sono stati chiamati a narrare episodi positivi legati all’applicazione del valore “trust” in tutte le sue sfaccettature. Ancora ne I protagonisti siamo noi il significato attribuito al valore ambition è stato condiviso attraverso video e filmati realizzati dai partecipanti. Oltre alla possibilità di pubblicare il proprio contributo (in forma di storia, video, ecc.) il progetto ha previsto la possibilità di votare i contenuti preferiti e segnalarli ad uno o più colleghi. Alcuni risultati raggiunti: 330 storie pubblicate 1300 “autori”, 16.500 “lettori” e 7.600 “mi piace” per le complessive 5 attività previste nell’anno. Gli esiti positivi e il livello di partecipazione riscontrato durante questa esperienza supportano, quindi, l’idea che si possa facilitare il cambiamento, anche culturale, partendo e dando voce in primo luogo alle persone che vivono in azienda.
Sara Mormino
Riferimenti bibliografici
- Fontana A. (2011) “Storytelling Management”in Boldizzoni D. e Nacamulli R.C.D. (a cura di) (ed. 2011)Oltre l’aula, Apogeo Milano.
- Brown J.S. e Duguid P. (1991), “Organizational Learning and Communities of Practices: Toward an unified view of working, learning and innovation”, Organization Science, 2(1): 40-57.
- Mormino S. (2011), Together. Team working, processi collaborativi, comunità professionali, nell’organizzazione postfordista, Polimata, Roma.