Ho appena visto un video incredibile (prodotto per una campagna pubblicitaria contro i killer robot) in cui un gruppo di scienziati simula il movimento di piccoli droni che si muovono vorticando nell’aria in maniera imprevedibile. Sono dotati di intelligenza artificiale. Analizzano i tratti somatici di una persona. Sanno dove trovarla. La raggiungono. Le sparano un colpo dritto in fronte. La uccidono. Sono rapidi, infallibili e soprattutto irrevocabili. Ho pensato alle conseguenze di ciò che potrebbe accadere se la tecnologia continuasse a progredire senza una politica globale. I robot, sempre più sofisticatati, cominceranno a sostituire gli esseri umani nei posti di lavoro, ma allo stato attuale la comunità scientifica non ha idea di dove possano arrivare. Finora hanno sostenuto i lavori più sgradevoli, pericolosi, ripetitivi, faticosi. Con l’intelligenza artificiale, l’analisi dei big data e l’internet delle cose potranno fare lavori come il radiologo, il marketing manager, il ricercatore universitario, il consulente legale, il formatore. Per la prima volta nella storia del genere umano le persone non sono più necessarie a produrre ciò che serve per vivere. Che cosa ne sarà delle persone superflue? Verranno eliminate? Si assicureranno loro condizioni di vita dignitose a prescindere dal lavoro che faranno? E quali saranno le prospettive del distacco fra lavoro e sopravvivenza a livello politico, educativo, sociale, organizzativo? L’uomo sarà man mano sostituito dalle macchine? Troverà i suoi spazi per integrarsi con esse? E l’uomo superfluo vivrà in un paradiso in cui potrà dedicarsi a ciò che più gli piace, o in un inferno in cui dovrà piegarsi ai lavori che neanche le macchine vorranno fare, solo per non morire di fame? In attesa di vedere che cosa accadrà, che fare oggi? È possibile convivere nel modo migliore con le macchine intelligenti? Il quarto volume della collana “12 passi” realizzata da Skilla e Franco Angeli, che ho avuto il piacere di curare, è dedicato allo Smart Working, al nuovo modo di lavorare senza vincoli di luogo, di orario, di presenza, grazie alle nuove tecnologie digitali.
Le competenze dello smart worker. Con la formula dei 12 passi, in tre mesi si possono acquisire gli strumenti in grado di trasformarci da lavoratori tradizionali in smart worker aperti a tutte le innovazioni tecnologiche e sociali che si svilupperanno in questi anni. Ognuno di noi può diventare un lavoratore agile e multiforme, con competenze diverse e complesse che si riassumono nella capacità di definire e risolvere problemi, e nell’affidabilità di raggiungere obiettivi e rispettare gli impegni presi.
Umberto Santucci