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Trasformazione digitale: una sfida attuale

La trasformazione digitale rappresenta una delle sfide più rilevanti del nostro tempo. Si tratta di un processo ampio e articolato, che incide profondamente sia sulla nostra quotidianità che sul mondo del lavoro. Tuttavia, l’enorme interesse sviluppatosi nell’ultimo anno e mezzo attorno all’Intelligenza Artificiale ha ridotto l’attenzione sull’importanza della trasformazione digitale, portando molti a confondere i due concetti e a credere che l’introduzione dell’IA coincida con la trasformazione digitale. In realtà sappiamo che l’IA è solo uno dei tanti elementi che contribuiscono a questo processo, non l’unico.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza, analizzando dati e informazioni aggiornate per comprendere meglio lo stato attuale della trasformazione digitale, con un focus particolare sullo scenario europeo.

La trasformazione digitale oltre la buzzword

Secondo molti esperti, l’espressione “trasformazione digitale” è diventata una buzzword, un termine alla moda spesso usato senza una comprensione profonda del suo reale significato. Questo fenomeno, come sottolineato da McKinsey, può essere problematico, poiché la trasformazione digitale è cruciale per la competitività e la sopravvivenza delle organizzazioni moderne. È quindi fondamentale avere chiarezza su cosa si intenda realmente.

Per definire correttamente la trasformazione digitale, possiamo considerarla come “l’uso della tecnologia per migliorare radicalmente le prestazioni o l’ambito di azione delle imprese, andando oltre la semplice digitalizzazione dei processi esistenti e comportando un cambiamento profondo nel modo in cui le organizzazioni operano e forniscono valore ai propri clienti“.

Sebbene questa interpretazione risalga al 2015, rimane attuale poiché riflette l’impatto significativo della trasformazione digitale non solo sulle tecnologie, ma anche sui processi, sulla struttura e sulla cultura aziendale.

Dati e tendenze sulla trasformazione digitale

Secondo Statista, la spesa globale per la trasformazione digitale ha raggiunto 2,15 trilioni di dollari nel 2023 e si prevede che salirà a 3,9 trilioni entro il 2027. Questo aumento è spinto dalla diffusione del lavoro da remoto, dalla crescente domanda di servizi digitali e dalla necessità per le aziende di restare competitive adottando soluzioni innovative.

In Europa, un dato significativo proviene dall’iniziativa Europe’s Digital Decade che ha previsto di stanziare oltre 7,9 miliardi di euro per accelerare la trasformazione digitale della società e dell’economia. Si stima che questa iniziativa possa sbloccare un valore economico di oltre 3,4 trilioni di euro, equivalenti al 21% dell’attuale economia europea. Anche il World Economic Forum prevede che la trasformazione digitale genererà trilioni di dollari di valore aggiunto a livello globale.

Nonostante queste prospettive promettenti, permangono importanti sfide da affrontare.

Gli elementi fondamentali della trasformazione digitale secondo McKinsey

Il report di McKinsey, intitolato What is Digital Transformation?, parte da un punto cruciale per comprendere appieno il fenomeno: una strategia di trasformazione digitale ha l’obiettivo di costruire un vantaggio competitivo, integrando costantemente nuove tecnologie. Questo approccio è fondamentale per le organizzazioni, non solo per competere, ma anche per sopravvivere. Per questo motivo, è essenziale che i leader comprendano a fondo il concetto di trasformazione digitale e allineino di conseguenza la propria organizzazione e strategia per garantirne il successo.

McKinsey evidenzia inoltre un altro aspetto cruciale spesso trascurato: la trasformazione digitale è un processo a lungo termine, a differenza di altre trasformazioni aziendali. Secondo la società di consulenza, la maggior parte dei dirigenti dovrà affrontare questo processo per tutta la durata della propria carriera, data la continua evoluzione della tecnologia e la sua crescente integrazione nel business. Di conseguenza, il successo della trasformazione digitale dipende meno dall’uso delle tecnologie digitali e più dalla capacità delle aziende di diventare digitali, evidenziando l’importanza di un approccio ampio e strategico alla trasformazione.

Intelligenza Artificiale e trasformazione digitale

L’Intelligenza Artificiale, e in particolare l’Intelligenza Artificiale generativa, sta trasformando profondamente il modo in cui le aziende operano, aprendo nuove opportunità per la creazione di valore. Tuttavia, è fondamentale mantenere il focus sugli obiettivi concreti.

Secondo Eric Lamarre, senior partner di McKinsey, le aziende dovrebbero partire dai problemi reali che intendono risolvere, anziché adottare nuove tecnologie senza una direzione chiara. La sperimentazione è importante, ma deve essere sempre orientata alla risoluzione di problemi specifici, evitando la trappola di sviluppare soluzioni che potrebbero non essere scalabili o utili. Lamarre avverte che l’Intelligenza Artificiale rischia di diventare una tecnologia in cerca di un problema, piuttosto che uno strumento per affrontare sfide concrete.

Il successo di un processo di trasformazione digitale risiede nella capacità di combinare diverse tecnologie e adattarle alle esigenze specifiche dell’organizzazione, in modo da favorire una crescita sostenibile e duratura. Per questo motivo, è essenziale che le organizzazioni adottino un approccio strategico alla trasformazione digitale, tenendo conto dell’intero ecosistema tecnologico e dei cambiamenti culturali necessari per sfruttare appieno il potenziale delle nuove soluzioni.

EU Digital Decade – una fotografia della trasformazione digitale in Europa

Dopo aver considerato il quadro generale, esaminiamo più da vicino la trasformazione digitale in Europa. Una panoramica chiara di questa evoluzione emerge dal “Report on the State of the Digital Decade“, pubblicato a luglio 2024. Il rapporto offre un’analisi dettagliata dei progressi compiuti nell’ambito di un’importante iniziativa: Europe’s Digital Decade, di cui abbiamo accennato sopra. Varata nel 2021 ed entrata in vigore lo scorso anno, l’iniziativa ha fissato obiettivi per il 2030 in quattro aree chiave: infrastrutture digitali, competenze digitali, digitalizzazione dei servizi pubblici e digitalizzazione delle imprese.

Il rapporto di quest’anno è stato definito dalla Commissione Europea come un vero e proprio campanello d’allarme. Nonostante gli sforzi in corso, i risultati mostrano progressi insufficienti e una frammentazione significativa tra gli Stati membri. In particolare, l’adozione delle tecnologie digitali da parte delle imprese rappresenta una sfida critica. Ad esempio, l’adozione del cloud è aumentata solo del 7%, rispetto all’obiettivo del 9% e non si è registrato un miglioramento evidente nell’adozione dell’IA. Anche la digitalizzazione delle PMI procede lentamente e in modo disomogeneo, con un incremento annuo del 2,5%, metà del tasso necessario per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Margrethe Vestager, commissaria europea per la concorrenza e vicepresidente esecutiva responsabile della strategia “A Europe fit for the digital age”, ha sottolineato in un commento l’importanza delle competenze digitali, sia di base che avanzate, per raggiungere questi traguardi. Attualmente, solo il 55,6% della popolazione UE possiede competenze digitali di base (in Italia il 45,75%, mentre solo il 22,21% ha competenze avanzate). Al ritmo attuale, il numero di specialisti ICT raggiungerà i 12 milioni entro il 2030, molto al di sotto dell’obiettivo dei 20 milioni.

Il ruolo dell’innovazione manageriale nella trasformazione digitale

Nei paragrafi precedenti abbiamo evidenziato l’importanza di come un’azienda gestisca il processo di trasformazione digitale. Un recente studio ha approfondito il legame tra l’innovazione nelle pratiche di management e il raggiungimento della maturità digitale nei processi di trasformazione digitale.

Secondo i risultati, l’adozione di tecnologie digitali facilita il progresso verso la maturità digitale, ovvero il grado in cui un’azienda integra e utilizza efficacemente le tecnologie. Un ruolo chiave è svolto dalla capacità di apprendimento esperienziale dell’organizzazione, cioè dalla sua abilità di tradurre le lezioni apprese dall’esperienza diretta in routine digitali efficaci. Lo studio mette in luce anche l’importanza delle pratiche manageriali innovative – come l’introduzione di nuove tecniche, processi o strutture di gestione – che massimizzano l’effetto positivo dell’adozione delle tecnologie digitali sulla maturità digitale.

Dallo studio emergono due aspetti particolarmente interessanti:

  1. Dinamismo ambientale: il ritmo di cambiamento e l’incertezza nel settore in cui opera un’azienda influenzano l’impatto dell’innovazione manageriale sulla maturità digitale. I risultati mostrano che questo effetto è più marcato nelle imprese che operano in settori a rapida evoluzione, come quelli tecnologici o altamente competitivi. In questi contesti, le imprese traggono maggiore beneficio dall’innovazione manageriale grazie alla necessità di sperimentazione e rapido adattamento.
  2. Dimensione aziendale: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la dimensione dell’azienda non ha un impatto significativo sul rapporto tra innovazione manageriale e maturità digitale. Questo significa che l’innovazione manageriale produce effetti simili sia nelle grandi imprese che nelle piccole, sfidando l’idea che le grandi organizzazioni, grazie alle loro risorse, traggano maggiori benefici dalle innovazioni manageriali.

È essenziale dunque considerare le specificità dell’organizzazione, ma anche promuovere l’introduzione di pratiche manageriali innovative per accompagnare con successo il processo di trasformazione digitale. Tra queste pratiche, le sei capacità fondamentali indicate da McKinsey offrono un punto di riferimento cruciale per garantire il successo della trasformazione.

6 capacità fondamentali per il successo nella trasformazione digitale

Secondo McKinsey, una strategia di trasformazione digitale di successo richiede alle organizzazioni sei capacità fondamentali:

  1. Elaborare una strategia chiara e incentrata sul valore. Le organizzazioni devono concentrarsi su aspetti specifici del proprio business che generino valore significativo, evitando di sviluppare strategie troppo ampie.
  2. Attrarre e trattenere talenti. La trasformazione digitale non può essere esternalizzata. È cruciale avere talenti interni e creare processi che li attraggano, formino e trattengano.
  3. Modello operativo scalabile. La trasformazione digitale richiede il coinvolgimento di team interfunzionali. Questi team collaborano per raggiungere obiettivi comuni legati alla trasformazione digitale. Tuttavia, per scalare queste iniziative in modo efficace, è necessario adottare un modello operativo che permetta di replicare tali sforzi su larga scala, mantenendo la flessibilità necessaria per adattarsi ai cambiamenti. Un modello operativo scalabile consente all’azienda di crescere rapidamente, rispondendo alle nuove esigenze digitali senza perdere efficienza o coerenza.
  4. Tecnologia distribuita. Ogni team deve poter accedere ai dati e agli strumenti necessari per innovare in modo autonomo, facilitando lo sviluppo e il rilascio continuo di soluzioni digitali.
  5. Accesso ai dati. Dati aggiornati e affidabili sono essenziali. L’infrastruttura di gestione dei dati deve garantire un accesso semplice e veloce ai team, con una governance solida per assicurare la qualità dei dati.
  6. Gestione del cambiamento. La trasformazione digitale non avviene in un unico step ma attraverso un processo continuo e iterativo. Per sfruttare appieno il potenziale della trasformazione digitale, le aziende devono considerare fin dall’inizio come scalare le soluzioni e come rendere l’adozione dei cambiamenti sostenibile a lungo termine. Questo richiede risorse dedicate e la capacità di gestire efficacemente il cambiamento, assicurandosi che l’intera organizzazione sia pronta a supportare l’innovazione nel tempo.
Scritto da: Arianna Meroni e Camilla Zan il 18 Settembre 2024

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