Nell’ultimo anno gran parte della formazione si è dovuta trasformare. Tutte le logiche di quella che prima era una scontata presenzialità hanno dovuto
lasciare spazio alle asettiche stanze virtuali a cui docenti e partecipanti non sempre erano preparati. A inizio pandemia si è creduto che l’ostacolo più grande da superare fosse di ordine tecnologico, ma presto è apparso chiaro che scegliere una piattaforma per l’erogazione di formazione sincrona (tra gli altri GoToMeeting e Zoom), recuperare una webcam e un microfono e iniziare a erogare o seguire formazione, trasponendo banalmente le ore d’aula in modalità on-line, erano questioni tutto sommato risolvibili. Quello che risultava più complesso, invece, era lavorare sulla didattica a distanza (DAD) considerando che otto ore d’aula erano ben diverse dalle otto ore on-line per densità di contenuti, strumenti, livello di interazione e molto altro. Bisogna sottolineare che quando si parla di formazione on-line non ci si riferisce soltanto alla formazione sincrona: esiste infatti anche la possibilità di fruire di contenuti decidendo autonomamente orari e tempi da dedicare alla formazione, con opportuni percorsi di apprendimento. Anche nel caso di formazione asincrona le piattaforme tecnologiche (Docebo, Moodle tra le più note) e gli standard digitali (SCORM e xAPI per dirne alcuni) sono totalmente trasparenti all’utente e permettono di concentrare gli sforzi sulla motivazione, sulla navigabilità e sulla disponibilità di contenuti di qualità.
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