Gli strumenti del web 2.0 permettono di fare formazione aziendale in modo sociale e partecipativo, poiché rendono tutti i corsisti soggetti attivi nella creazione dei contenuti e consentono loro di interagire e collaborare a distanza: così sarà più semplice creare momenti di apprendimento informale, ad integrazione di ciò che è stato appreso formalmente. Queste nuove tecnologie trasformano il tradizionale formatore aziendale in un facilitatore/tutor e permettono un innovativo patto formativo fra:
- i partecipanti si impegnano ad essere più attivi e danno seguito alle iniziative formative anche quando queste sono terminate, continuando il proprio percorso tramite l’autoformazione (anche online) e condividendo ciò che apprendono informalmente
- il formatore facilita questi processi di co-costruzione della conoscenza, lavorando come guida e moderatore
- le organizzazioni promuovono questo incontro tra informal e formal learning.
Spesso barriere culturali e tecnologiche impediscono questa innovazione, ma è possibile introdurre gli strumenti del web 2.0 in modo graduale, tramite piccoli passi facili da implementare nella formazione tradizionale. Vediamo 3 primi piccoli passi per fare di un’aula tradizionale un’occasione di learning 2.0.
- Condivisione dei materiali didattici: rendiamo disponibili i materiali didattici delle lezioni (es.: slide) su piattaforme online come Slideshare o sulle piattaforme/intranet aziendali.
- Guidare l’autoformazione: invitare tutti i partecipanti ad individuare un proprio bisogno formativo e condividere con gli altri le proprie domande. Anziché rispondere immediatamente, forniamo strumenti per trovare da sé le risposte e invitiamoli ad un successivo approfondimento (non solo tramite ulteriori materiali didattici, ma anche tramite il confronto, l’osservazione, ecc…).
- Animare l’attività online post-aula: se non si dispone di un ambiente online in cui svolgere tale attività, è possibile aprire un apposito gruppo di Linkedin, presentato come l’ambiente in cui continuare a riflettere e discutere dopo l’iniziativa formativa e in cui condividere la conoscenza frutto della propria autoformazione. Il formatore sprona e guida i partecipanti, anche continuando ad animare l’ambiente tramite periodici (settimanali o mensili), ma brevi stimoli: racconti, articoli, immagini, notizie, ecc… un’email periodica (mensile o bimesile), contenente il riassunto di ciò che è emerso dalla discussione online nelle settimane precedenti, può essere inviata a tutti con l’invito a proseguire nel dare i propri contributi.
Quali altre iniziative possono essere messe in atto per una prima introduzione del learning 2.0 nelle organizzazioni? Quali sono i primi passi da fare, secondo voi? Fateci conoscere le vostre testimonianze e la vostra esperienza nello spazio dei commenti.